La denuncia fatta dall’organizzazione sull’acqua erogata dal Consorzio Stornara e Tara. “Situazione grave, si rischiano danni ingenti alle colture e problemi di ordine pubblico”
TARANTO – La CIA Agricoltori Italiani di Taranto evidenzia che persistono problemi per la regolare erogazione dell’acqua destinata all’irrigazione, in particolare nei territori di Palagianello e Castellaneta, erogata dal Consorzio di Bonifica Stornara e Tara. Nel corso delle ore notturne, avverrebbero prelievi non autorizzati che starebbero determinando l’abbassamento del livello di acqua nel canale adduttore lungo i 30 km che attraversano i territori di Ginosa, Castellaneta e Palagiano partendo dalla derivazione di San Marco, con l’acqua che proviene dalla diga del San Giuliano.
Il 24 luglio scorso le organizzazioni agricole della provincia di Taranto hanno incontrato il Prefetto di Taranto Donato Giovanni Cafagna e le forze dell’ordine, mettendo in evidenza questa situazione paradossale che persiste sul territorio servito dal Consorzio di Bonifica Stornara e Tara.
La CIA – Agricoltori Italiani di Taranto ritiene che tutto ciò non faccia che penalizzare, ingiustamente, gli utenti onesti, ovvero gli agricoltori che hanno presentato domanda e pagato regolarmente l’anticipo richiesto.
La CIA – Agricoltori Italiani chiede al Consorzio di Bonifica di Stornara e Tara di verificare in maniera precisa e puntuale se vi siano prelievi abusivi che impediscono la regolare erogazione dell’acqua agli utenti onesti.
Inoltre la CIA – Agricoltori Italiani chiede al Prefetto di Taranto e alle forze dell’ordine maggiore vigilanza e controllo sul territorio al fine di scongiurare eventuali utilizzi fraudolenti dell’acqua.
Non è concepibile che gli utenti che hanno presentato regolare domanda vengano penalizzati, poiché manca l’acqua per soddisfare le esigenze aziendali e delle colture, in quanto la stessa scompare “magicamente” nel canale dopo essere stata immessa. Tale situazione potrebbe provocare danni ingenti alle colture e problemi di ordine pubblico, poiché la “calura” di questi giorni sta mettendo a rischio le colture in atto.