Sequestrato uno stabilimento industriale di Casarano ad opera della G. di F. di Lecce
LECCE – Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Lecce, al termine di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce nella persona del Pubblico Ministero dott. Massimiliano Carducci, ha eseguito un sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie di una società produttrice di medicinali e preparati farmaceutici con sede in Casarano, per un valore di 3.600.000 euro, a seguito della denuncia di 4 tra soci e manager della citata società e di un dirigente comunale per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico e abuso d’ufficio.
Le investigazioni avviate su delega della Procura Regionale delle Corte di Conti di Bari, hanno riguardato i finanziamenti concessi nell’ambito del Progetto Integrato Territoriale denominato “PIT 9” in favore di una società con sede nelle Marche e stabilimenti nella provincia di Lecce, per la produzione di FLUORODEOSSIGLUCOSIO, un medicinale pronto all’uso, e destinato ad essere utilizzato come liquido di contrasto per gli esami radiologici (PET) di sospette malattie tumorali. Le attività svolte dai finanzieri hanno da subito posto in evidenza una serie di irregolarità nella richiesta e gestione dei fondi complessivamente erogati per la realizzazione dello stabilimento che risultava privo delle autorizzazioni del Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione del Centro di Produzione di radio farmaci e dei pareri dell’ASL e del locale Comando dei Vigili del Fuoco, per il rilascio del permesso di costruire da parte del Comune di Casarano.
Inoltre, dovendo procedere all’aumento del capitale sociale come richiesto dal bando quale forma di cofinanziamento, ovvero di contribuzione della società alla realizzazione del progetto, il management della società al fine di eludere fraudolentemente tale adempimento, procedeva dapprima al versamento delle quote richieste, complessivamente pari a 3,3 milioni di euro e, successivamente, si riappropriava delle somme versate, utilizzandole per l’adempimento di obbligazioni (versamento di una caparra confirmatoria) assunte con la stipula di un fittizio contratto di appalto avente ad oggetto la realizzazione dello stabilimento, sottoscritto con due imprese detentrici di partecipazioni nella stessa azienda. Alla luce dei fatti riscontrati, i finanzieri, hanno applicato le norme sulla responsabilità delle società che si avvantaggiano dei reati commessi da amministratori e dirigenti apicali per cui hanno proposto all’A.G. il sequestro di danaro, beni o utilità di valore equivalente alle somme frodate ai sensi dell’art 19 del D.Lgs. 231/2001.
Infatti, dalle indagini svolte sono emerse a carico della società evidenti responsabilità amministrative derivanti dalla mancata adozione ed attuazione di modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire il reato commesso da parte dell’organo dirigente nonché per l’inosservanza dei propri doveri di direzione e vigilanza e traendo da tale condotta delittuosa un illecito profitto stimato in euro 3.659.056,41. Sulla scorta delle risultanze investigative acquisite, il Giudice per le Indagini Preliminari, ravvisando la sussistenza di gravi indizi per il reato di cui all’art. 640bis c.p., emetteva il decreto di sequestro preventivo per equivalente, eseguito oggi dalle Fiamme Gialle di Lecce sul patrimonio dell’azienda di Casarano a garanzia del recupero dei contributi indebitamente percepiti.