Bari, tumori ossei: la svolta del “Giovanni Paolo II”

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bari radiografica con protesi post intervento

Intervento di resezione del femore prossimale destro e ricostruzione protesica, tra i primi in Puglia

BARI – Lì dove c’era un tumore osseo, ora c’è una protesi modulare da resezione oncologica.

È questa la frontiera della chirurgia ortopedica ricostruttiva in oncologia: una tecnologia che parla la lingua del presente nell’Istituto di ricerca barese.

Avvio di una nuova stagione al “Giovanni Paolo II” presso il quale, qualche giorno fa, è stato eseguito un intervento di resezione del femore prossimale destro e successiva ricostruzione con protesi modulare da resezione oncologica.Così, il sogno che la Direzione Strategica accarezzava da qualche tempo, di una ortopedia oncologica che prevedesse l’asportazione della neoplasia ossea o delle parti molli con rispetto di margini ampi e liberi da malattia, ora è realtà.

Ad aggiungere dettagli è l’equipe medica che ha eseguitoil complessointervento tra i primi in Puglia, composta dal dottorRoberto Biagini, Direttore dell’UOC di Ortopedia Oncologica dell’Istituto Regina Elena di Roma e dal dottor Umberto Orsini dirigente medico specializzato in Ortopedia e Traumatologia, responsabile dell’ortopedia oncologica presso l’IRCCS di via Orazio Flacco. Al tavolo operatorio erano presenti anchedue ortopedicidel San Paolo, intervenuti grazie alla disponibilità del capo dipartimento del reparto di Ortopedia e Traumatologia della Asl Bari, dottor Leonardo Petrelli: la dottoressa Giusi Ognissanti e il dottor Fabio Scattarella, oltre all’anestesista dell’Istituto, il dottor GianfrancoFragassi. L’intervento si è sviluppato attraverso due fasi: un primo tempo dedicato alla resezione e quindi alla asportazione in blocco del femore prossimale e un successivo tempo “ricostruttivo” durante il quale è stata impiantata la speciale protesi da resezione oncologica. Nel corso dell’operazione è stato eseguito un esame istologico intraoperatoriola cui diagnosi è stata poi confermata dall’unità operativa di Anatomia Patologica.

È così che la vita del paziente ha ripreso piano piano ad affacciarsi. «Un uomo di 69 anni affetto da un carcinoma della prostata metastatizzato al femore prossimale destro è stato dimesso a domicilio dopo sette giorni, in buone condizioni. A breve inizierà il periodo di riabilitazione che lo metterà in condizioni di riprendere la deambulazione con ritorno alla normale vita di relazione» spiega il dottor Orsini.

La grande svolta nel trattamento delle neoplasie dell’osso avrà sicure riflessioni positive anche nella fiducia dei pazienti. «La neonata ortopedia oncologica si prenderà cura dei pazienti affetti da tumori ossei e delle parti molli, con l’obiettivo di costituire un polo di eccellenza regionale, riducendo la mobilità dei pazienti verso le regioni del Nord»ne è convinto il Direttore GeneraleAntonio Delvinoimpegnato a garantire l’eccellenza nell’offerta sanitaria e l’umanizzazione della medicina.

«I tumori primitivi delle ossa, pur essendo rari, richiedono un approccio specialistico integrato basato su figure professionali con formazione specifica– aggiunge il Direttore Sanitario, Alessandro Sansonetti- Un trattamento non corretto determina una elevata percentuale di esiti negativi con peggiore qualità della vita per il paziente. Stesso discorso si applica alle lesioni metastatiche ossee (circa 30mila nuovi casi all’anno in Italia): anche una metastasi ossea tratta in modo non appropriato compromette l’aspettativa di vita dei pazienti e il suo reinserimento nella vita sociale».

È in quest’ottica che l’IRCCS barese sta lasciando un segno tangibile di un modello organizzativo innovativo e di un continuo impegno nel raggiungere i più elevati standard di accuratezza nel trattamento della patologia oncologica.