Ecco cosa c’è in programma
BORGAGNE (LE) – La sfida della rINvoluzione lanciata dall’APS Ngracalati vince ancora nella 14esima edizione di Borgoinfesta, il festival eco-culturale e solidale che dall’1 al 3 giugno ha destato la comunità di Borgagne e il territorio tutto dando nuovamente voce alla terra considerata come fattore di vita e rigenerazione autentica. Un confronto aperto, libero, multiculturale, quello avviato da Borgoinfesta e quest’anno sostenuto anche dalla prima edizione di Off, Ortometraggi Film Festival, che ha trasferito i valori della sostenibilità ambientale e dell’equilibrio tra natura e società anche su pellicola grazie a cortometraggi che hanno raccontato un approccio culturale e colturale differente dando spazio a tanti registi e videomaker e ai loro interessanti lavori.
Una giuria di livello, formata da Marco Giusti, critico cinematografico e autore tv, Umberto Ferrari, critico cinematografico, Salvatore Aloise, giornalista di Le Monde, Franco Ungaro, direttore AMA, Peppino Ciraci, producer, Gianluigi De Stefano, giornalista e autore tv e Lorenzo Pavolini, scrittore e redattore della rivista “Nuovi Argomenti”, ha valutato le opere in gara e ieri sera ha decretato i vincitori. Menzioni di merito per “Il suono del mio passo” di Mario Pavioli, “Nel nome del padre” di Remo Schellino, “Our wonderful nature – the common chameleon” di Tomer Eshed, “Raccoon and the Light” di Hanna Kim, “Erba che pizzica” di Daniele Di Sturco.
I tre corti premiati, invece, sono stati: al terzo posto “Carne e polvere” di Antonio La Camera, una miscela di poetica dura e delicata che costringe a riflettere sul modo in cui il lavoro nei campi plasma la terra e l’uomo fino a deformarlo; al secondo posto “The Age of Rust” di Francesco Aber e Alessandro Mattei, che racconta in modo divertente una questione cruciale come il rapporto tra ambiente e progresso; il primo posto è stato assegnato al videomaker salentino Christian Manno e al suo “I campi sperimentali di Ercole Maggio”, un documentario che tematizza il ritorno alla terra e alle varietà tradizionali di grano con un linguaggio semplice ma efficace, che tocca le corde delle emozioni.
Oltre alla novità di Off, Borgoinfesta ha presentato anche quest’anno un programma ricco di eventi, culminato ieri con il gran finale affidato all’orchestra sperimentale Unzap Zap Bif Band che, diretta dal maestro Luigi Morleo, ha portato sul palco la voce e il suono del mondo agricolo con strumenti e attrezzi da lavoro a formare un ensemble di musica popolare contadina e, a seguire, al gruppo di virtuosi musicisti provenienti dalla Grecìa Salentina, il progetto Ghetonìa diretto da Roberto Licci, già componente del Canzoniere Grecanico Salentino, nel quale si intersecano i canti e le melodie tra le due sponde dell’Adriatico. Ma le tre giornate di Borgoinfesta hanno visto anche nuovi progetti come quello avviato da Emenél, Moreno Turi, associando la musica trap a quella tradizionale e portando sul palco, durante la prima sera, dei giovani rapper del territorio che si sono “sfidati” sulle basi della musica popolare e progetti già rodati come “La Notte delle 100 Chitarre” a cura di Luca Morino che ha fatto vibrare le vie del piccolo centro storico al suono di chitarre e percussioni.
Oltre agli eventi musicali, nei tre giorni è stato dato spazio anche a Borgo Laboratori, Scampagnate ed Escursioni proponendo delle esperienze uniche ai partecipanti come il laboratorio “Panini e canisci” a cura dell’artigiano Bruno De Carlo, la passeggiata nel borgo con La Scatola di Latta a cura di Wilma Vedruccio e Franco Ungaro, lo stage di tarantella e pizzica pizzica con Giovanni Amati e Rosario Nido, l’escursione nel sito archeologico di Roca Vecchia e l’emozionante gita in barca tra i faraglioni di Torre Sant’Andrea e la costa adriatica.
Fortissima, come ogni anno, anche la componente artistica con BorgoArte che si è espresso in più correnti con “La traccia d’oro a Borgagne”, opera di Tarshito interpretata dalla voce di Tiziana Portorghese e la musica di Francesco Palazzo, la mostra “Maternità” di Giovanni Scupola presso la Chiesa Madre, “Legami” di Pietro Frigerio presso la Cappella del Rosario e “Landscape Refrain”, le esplorazioni fotografiche e pittoriche di Antonio Bonatesta e Federica Piccinni presso il frantotio semipogeo.
Significativo lo spazio “Grida di terra” a cura di Franco Ungaro nel quale nel corso delle tre serate si sono altermati interlocutori e gridatori diversi per far sentire la propria voce e condividere desideri e afflizioni della nostra terra: da Giovanni Guarino a Stefano Martella fino al Movimento No Tap che ha portato a Borgoinfesta una tappa di United Beyond Gas Tour, facendo sentire forte e chiaro le voci di resistenza dall’America Latina all’Europa contro le fonti fossili e le Mamme No Tap che attraverso la voce di Serena Fiorentino hanno chiesto che “questa nostra Terra venga difesa e rispettata perché in questa Terra risiede il futuro nostroe dei nostri figli”.
Anche quest’anno l’Accademia Mediterranea dell’Attore, AMA, ha accompagnato l’esperienza di “Cibi che fanno comunità” presso Vico Sant’Antonio.
I piatti della tradizione della comunità di Borgagne e del Salento, altro elemento persistente e imprescindibile del festival, sono stati protagonisti di BorgoGusto, presso Largo Santa Croce, dove le bancarelle del gusto hanno presentato le tipicità culinarie all’odor di terra.
Ambasciatori d’eccellenza degli eventi e dei valori di Borgoinfesta e Off quest’anno sono stati un gruppo di giornalisti ospiti dell’educational tour finanziato dalla Regione Puglia in ottica di una destagionalizzazione della proposta turistica e cofinanziato dal Comune di Melendugno: autori televisivi, giornalisti, critici cinematografici e opinion leader sono stati ospiti del borgo assaporandone la vita, scoprendone storia e bellezze e si faranno portavoce di tutto ciò sugli organi di stampa nazionali e internazionali di cui sono corrispondenti regalando al Salento e a Borgagne in particolare una vetrina eccezionale per farsi conoscere nella sua autenticità.