Castellana Grotte celebra la Giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate

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centenario grande guerra

Ecco com’è andata

CASTELLANA GROTTE (BA) – Un secolo dopo la fine del primo conflitto mondiale il comune di Castellana Grotte celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. La mattinata è partita con un corteo, formato dai rappresentanti delle istituzioni civili e militari unitamente alle delegazioni delle associazioni e delle scuole del territorio guidate dalla banda cittadina che ha intonato brani patriottici. Dal palazzo municipale di via Marconi la manifestazione si è spostata al Parco della Rimembranza in piazza Caduti Castellanesi.

Giunti nel parco è stata depositata una corona d’alloro sul monumento dei caduti della prima guerra mondiale 1914-1918. L’adunanza si è poi trasferita presso la chiesa matrice per la celebrazione della Santa Messa. La mattinata è proseguita in Piazza Garibaldi presso il monumento dei caduti di tutte le guerre per l’alzabandiera con il picchetto d’onore e per depositare la corona d’alloro sul monumento. Di seguito il discorso pronunciato per l’occasione dal Sindaco di Castellana Grotte Francesco De Ruvo:

“Spettabili autorità militari, civili e religiose
Carissimi ragazzi, cari concittadini

anche quest’anno ci ritroviamo qui, davanti al monumento dei caduti, per celebrare l’Unità d’Italia, per ricordare la battaglia di Vittorio Veneto, che segnò la conclusione della prima guerra mondiale e portò all’unificazione del nostro paese. Una nazione unita ed anche giovane. Oggi celebriamo il 4 novembre a 100 anni esatti dalla fine della prima guerra mondiale. In questo contesto di memoria e di rispetto non possiamo dimenticare i tanti caduti che hanno sacrificato la propria vita per vederci insieme sotto la stessa bandiera e per dare vita alla nostra nazione.
Anche Castellana ha dato il suo triste contributo in termini di vittime, esattamente 184. Giovani e giovanissimi reclutati nelle campagne, spesso analfabeti, partiti per una guerra che doveva essere un rapido conflitto di movimento ma che poi si trasformò clamorosamente in una estenuante guerra di posizione.

Quando la Nazione entrò nel conflitto, Castellana contava poco più di undicimila abitanti, la maggior parte braccianti agricoli e piccoli artigiani, con poche fabbriche legate alla tessitura e alla tintoria o anche alla produzione di vino. L’inizio del 900 vide la nostra cittadina protagonista di un eccezionale ripresa economica, grazie anche all’impegno di uno dei primi industriali di Puglia, il castellanese, cavaliere del lavoro, Saverio De Bellis. Una crescita economica che però dovette subire un brusco arresto per via dell’ingresso dell’Italia nel conflitto.
16 milioni le vittime tra militari e civili in tutto il mondo, una generazione andò via scomparsa nel fango delle trincee, nelle macerie dei palazzi andati distrutti e nelle epidemie che trovarono nella carestia e nella fame generale terreno fertile per la loro diffusione. È nostro dovere provare anche solo per un attimo ad immedesimarci in quella sofferenza, in quella estenuante attesa dell’ordine di avanzare al grido “Avanti Savoia!”. Ma il logorio fisico e psicologico di un conflitto massacrante fece tante vittime per via degli stenti e delle scarse condizioni igieniche di quelle fosse scavate dagli stessi soldati.

Tanti dei nostri concittadini, abituati all’arsura della nostra terra, si sono ritrovati nel nord Italia, al freddo, sotto la pioggia interminabile. In Friuli, nel Carso, a Caporetto ed infine sul Piave i nostri soldati si sono ritrovati a morire di freddo e di fame. Noi possiamo solo immaginare la sofferenza dei soldati dell’epoca. Quella dura vita nella trincea, le privazioni materiali, la costante minaccia della morte, impose ai combattimenti la necessità di dover affrontare enormi conseguenze psicologiche collettive ed individuali che sfociavano nella nevrosi da combattimento. Questi ultimi venivano definiti “mutilati nell’anima”.

La guerra impose uno sforzo popolare mai visto prima. Enormi masse di uomini furono mobilitate sul fronte interno così come sul fronte di battaglia, dove i giovanissimi soldati dovettero sacrificare tutto se stessi.

Anche chi rimase in paese fece la sua parte. Venne costituito nel 1915 a Castellana il “Comitato di Assistenza Civile e Morale”. Il suo compito era quello di tessere maglie e calze di lana da inviare al fronte. La distilleria De Bellis di via Conversano, ubicata dove oggi troviamo “Parco Pineta”, nel febbraio del 1918 divenne fabbrica di proiettili. Quel conflitto cambiò la vita della nostra comunità in maniera indelebile.

La prima vittima castellanese della Grande Guerra aveva solo 19 anni. Quel sacrificio di tanti giovani chiamati alle armi e le sofferenze delle popolazioni civili coinvolte negli eventi bellici non devono mai essere dimenticate.

Il ricordo di questa pagina della nostra storia va tenuto vivo oggi e sempre. Questo non per esercitare una vuota e simbolica commemorazione, ma per acquisire la profonda consapevolezza che certe drammatiche pagine di storia non vengano più scritte, ben consci che il ripetersi di conflitti mondiali ai tempi nostri, con l’utilizzo delle nuove tecnologie, significherebbe probabilmente distruggere il nostro pianeta oltre che annientarne la popolazione.
Oggi festeggiamo anche e soprattutto le Forze Armate, che nella nostra Repubblica lavorano all’unisono ogni giorno per la sicurezza interna e alla ricerca della pace a livello internazionale. A loro, ed al grande impegno profuso in tutte le attività che svolgono, deve andare la nostra gratitudine ed il nostro rispetto.

La nostra Costituzione nell’articolo 52 ci ricorda che “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” e ci dice anche che “L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”. Che il sentimento di patria possa sempre essere vivo e radicato in noi, non fosse altro per rispetto di coloro che hanno dato la vita per favorirne la formazione, difenderne i confini, innalzarne il valore morale e il significato più profondo. Esaltiamo sempre, e non solo in questo giorno, l’eccezionale valore delle Forze Armate che, ogni giorno, si impegnano con coraggio e dedizione ad affrontare sfide ad alto rischio, in difesa della nostra sicurezza, della tutela della libertà individuale e del mantenimento della pace. A loro il mio ringraziamento a nome di tutta la comunità che rappresento. Oggi vorrei esortare loro a continuare su questo cammino di rispetto, democrazia e libertà. Un invito vorrei estendere anche ai miei concittadini. Non dimentichiamo mai di ringraziare questi uomini coraggiosi che spendono la loro esistenza per vederci insieme ed in pace. Il loro lavoro è un atto d’amore verso la collettività. Non scordiamolo mai. Buon 4 novembre a tutti, con il tricolore nel cuore!”.