“L’area rientri tra quelle da sostenere per calamità e maltempo”. Perdita media del 60-70% della produzione, crollo dei prezzi
BRINDISI – La pesante crisi del comparto olivicolo-oleario della provincia di Brindisi è stato al centro di un incontro convocato dal Prefetto di Brindisi, Valerio Valenti, con i responsabili provinciali della CIA- Agricoltori Italiani della provincia Due Mari (Taranto-Brindisi). Nelle settimane scorse, a seguito dei numerosi eventi calamitosi abbattutisi sul territorio provinciale, la CIA Due Mari aveva scritto al Prefetto di Brindisi chiedendo un incontro per sottoporre la situazione che stanno vivendo migliaia di aziende agricole del territorio, ma anche i numerosi frantoi, e di conseguenza anche le migliaia di famiglie di lavoratori, la cui unica speranza era legata proprio alla campagna olivicola 2018/2019. Una campagna ormai compromessa in termini di produzione di olive e qualità di olio.
Lunedì 3 dicembre, il Prefetto di Brindisi, Valerio Valenti, ha incontrato Piero De Padova e Giannicola D’Amico, presidente e vicepresidente provinciale della CIA Due Mari.
“Ringraziamo per l’attenzione e la disponibilità il Prefetto di Brindisi, dott. Valenti – commentano De Padova e D’Amico – il quale, in un lungo e cordiale incontro, ha ascoltato il grido di allarme che abbiamo lanciato relativamente alla pesante situazione di crisi del comparto olivicolo e oleario del Brindisino, e si è impegnato a interessare immediatamente della questione sia la Regione Puglia ma anche i Ministeri competenti e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una crisi dovuta a una perdita di produzione media del 60-70% e in alcuni territori anche superiore, con olive che in alcune zone vengono anche acquistate a 13-20 euro il quintale a fronte di costi di raccolta a quintale pari ad almeno il quadruplo (80-90 euro a quintale). In tutto ciò si registrano prezzi dell’olio ai minimi termini, a causa anche della scarsa qualità prodotta”.
La CIA Agricoltori Italiani Due Mari ha analizzato con il rappresentante del Governo in terra di Brindisi le cause di tale situazione. LE CALAMITA’ NATURALI che dalla primavera scorsa stanno sferzando l’intero territorio provinciale con tutte le conseguenze sul piano fitosanitario. A fine febbraio e all’inizio di marzo scorso alcune gelate notturne e l’effetto del Burian ha sortito conseguenze deleterie sulla olivicoltura della provincia, soprattutto nei comuni collinari (Cisternino, Ostuni, Fasano, Ceglie Messapica).
Nei mesi estivi, con il caldo ma anche le frequenti piogge, la situazione si è ulteriormente aggravata in tutto il resto della provincia, con attacchi prima di Rogna e poi di Mosca dell’olivo, e quindi problemi di natura fitosanitaria che hanno compromesso la produzione e la qualità delle olive. Il tutto è stato, poi, ulteriormente aggravato dalle temperature calde e dalle continue piogge che si sono avute fino alla fine di ottobre, con le trombe d’aria che hanno distrutto interi uliveti nei territori di Oria, Latiano, Torre Santa Susanna a fine ottobre, e nei giorni scorsi nel territorio di Carovigno. In tutto ciò, il territorio della provincia di Brindisi non è stato delimitato dalla Regione Puglia e quindi incluso nelle zone cui chiedere la dichiarazione dello stato di calamità naturale al Ministero delle Politiche Agricole, in quanto i sopralluoghi eseguiti dai tecnici regionali in primavera non hanno certificato un danno superiore al 30% come previsto dal D. Lgs 102/2004. Gli effetti, però, di quelle gelate, aggiunti al caldo e all’umidità dei mesi primaverili, estivi e autunnali, si stanno riscontrando solo adesso e hanno di fatto compromesso l’intera annata olivicola.
È necessario, dunque, che ci si adoperi affinché le zone più danneggiate della provincia vengano ridelimitate e inserite in un ulteriore elenco di aree danneggiate cui proporre lo stanziamento di somme rivenienti dal Fondo di Solidarietà Nazionale. Oltre a ciò sarebbe necessario che la Regione Puglia, in fase di assestamento di bilancio, stanzi ulteriori somme proprie da destinare alle migliaia di agricoltori danneggiati.
A livello governativo e parlamentare, poi, sarebbe impellente procedere a una rivisitazione del D. Lgs 102/2004.
L’EMERGENZA XYLELLA FASTIDIOSA sta minacciando seriamente l’agricoltura brindisina. L’obiettivo di tutti è quello di fermare l’avanzata del batterio verso il resto della Puglia. In questo la CIA da sempre ha ritenuto che le eradicazioni vanno eseguite nel più breve tempo possibile, anche con poteri sostitutivi da affidare alla Regione Puglia. Oltre a ciò, importante risulta il costante monitoraggio del territorio attuato dalla Regione Puglia, che è ripreso da qualche settimana. Come risulta importante lo stanziamento di fondi nazionali, annunciato nei giorni scorsi dal Ministro Centinaio, che vengano destinati agli agricoltori, a risarcire chi negli anni ha perso il proprio lavoro e la propria fonte di reddito, ma anche per progetti sperimentali. Altro obiettivo è quello di tutelare gli ulivi secolari e monumentali, minacciati dalla Xylella fastidiosa.
IL PROBLEMA STORNI che da qualche giorno hanno fatto la loro comparsa in alcune zone del Brindisino. Milioni di storni stanno depredando interi raccolti di olive determinando danni per svariati milioni di euro. Da parte delle istituzioni preposte (Regione, Governo, Unione Europea) serve un forte impegno affinché questa problematica venga affrontata e risolta una volta per tutte. Si tratta di una problematica non più rinviabile, che va affrontata con un intervento urgente e con una riforma radicale degli strumenti a disposizione, con provvedimenti legislativi e attuativi che consentano da un lato la corretta gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile, e dall’altro misure realmente efficaci a favore degli agricoltori colpiti. “Servono azioni concrete per venire incontro alle migliaia di aziende olivicole brindisine – dichiara il direttore della CIA Due Mari Vito Rubino -. Oltre che di natura economica la problematica sta diventando di natura sociale e potrebbe anche diventare, a breve, di ordine pubblico se la situazione dovesse ancor più peggiorare. Oltre alle soluzioni che abbiamo prospettato sarebbe, altresì, opportuno e necessario posticipare il termine del beneficio previsto della Definizione Agevolata 2000/2017 prevista dall’art. 3 del Decreto Legge n. 119/2018 (“rottamazione-ter”), sollecitare AGEA al pagamento di un ulteriore acconto sulla Domanda Unica 2018 e sollecitare la Regione Puglia ad effettuare i pagamenti agro ambientali”.