Trevisi (M5S): “Così muore l’agicoltura pugliese”
BARI – Il 25 Gennaio con i voti favorevoli di Alessia Mosca (Pd), Goffredo Bettini (Pd) e dei gruppi Ppe, S&D e Alde la Commissione Commercio Internazionale del Parlamento europeo ha approvato l’importazione senza dazi di una quota annua di 35.000 tonnellate di olio d’oliva dalla Tunisia. Questa ulteriore quota si aggiunge alle 56.700 tonnellate annue già previste dall’accordo di associazione UE-Tunisia e sarà in vigore per due anni. In merito interviene il consigliere regionale M5S Antonio Trevisi secondo cui un aumento del 40% di importazione di olio distruggerà la produzione olivicola pugliese e aumenterà i casi di mistificazione dell’origine del prodotto.
È uno schema suicida per l’economia del Sud Europa, così come dimostrato dai precedenti accordi con il Marocco, che hanno contribuito a distruggere la produzione di arance nel Sud:
“Dietro l’invasione dell’olio tunisino – dichiara il consigliere pentastellato – ci sono precisi interessi economici in gioco: l’obiettivo è quello di affossare i piccoli e medi produttori salentini e del Sud Italia, e il problema serio non è tanto il crollo delle quotazioni del prodotto nazionale quanto il fatto che l’olio tunisino, una volta giunto nei porti europei assuma “passaporto” tricolore o comunitario e venga commercializzato come “Made in Italy”, a prezzi assolutamente improponibili per il vero prodotto di origine italiana”.
“La tutela dei nostri prodotti di qualità – prosegue Trevisi – deve essere portata avanti in maniera decisa dalla Regione, non è tollerabile che un prodotto tunisino, sia presentato sul mercato in assenza di quelle tante regole qualitative, alle quali sono soggetti i produttori italiani. E non è pensabile mettere sul mercato comunitario un prodotto che non racchiude le minime regole di produzione e di sicurezza alimentare, senza voler puntare il dito sulla disparità di norme in tema di costo del lavoro. In definitiva è grave non mettere in condizione il consumatore di conoscere le differenze nel momento dell’acquisto Made in Italy o con passaporto extra Ue. La Puglia – conclude – è la regione con la maggiore produzione olivicola d’Europa e non può pagare il prezzo di accordi bilaterali che si ripercuotono negativamente su produttori olivicoli e sui consumatori.”