Ecco la nota
BARI – “Qualche giorno fa, scherzosamente, un sindaco cantava così. La colpa è sempre del sindaco. Il sindaco è il ‘front office’ per ogni lamentela, il parafulmine per ogni situazione che non va. Purtroppo, qualche volta, è anche il bersaglio, da parte di chi, evidentemente, ritiene di essere al di sopra della normale convivenza civile, al di sopra delle regole, al di sopra della Legge.
Sapete che vi diciamo? Noi non ci stiamo. E non solo perché siamo ‘il partito dei sindaci’ ma perché crediamo che la società in cui viviamo sia la somma dei comportamenti individuali.
Non basta scaricare la colpa, occorre sporcarsi le mani ed essere artefici del cambiamento, mettersi una mano sulla coscienza e comprendere che le cose si cambiano tutti insieme, istituzioni o semplici cittadini, giovani o anziani, liberi professionisti o impiegati, studenti o disoccupati, bianchi e neri, gialli o verdi.
Occorre agire per cambiare le cose e denunciare le cose che non vanno.
Occorre confrontarsi, discutere, segnalare, proporre, dire la propria ma mai usare la minaccia o la violenza.
Qui i colori politici non c’entrano. Se si arriva a inviare al sindaco della città un teschio, simbolo di morte, c’è qualcosa che ha oltrepassato il limite. Per la quale bisogna indignarsi tutti, anche chi quel sindaco non lo ha votato o vuole cambiarlo.
Non è più una questione di preferenze o simpatie politiche. Bisogna scegliere se stare dalla parte della legalità o della mafia.
Oggi abbracciamo il sindaco d’Arienzo e una comunità ferita, stigmatizzando l’accaduto e l’inaccettabile violenza che hanno subìto.
Ma a Pierpaolo e ai suoi concittadini, alla parte sana della comunità di Monte Sant’Angelo, diciamo: alzate la testa e gridate il vostro sdegno verso questo schifo.
Fatelo a viso aperto perché la Giustizia non deve avere timore. Non come chi deve nascondersi con codardia dietro atti anonimi e infami.
Ricordatevi che siete la maggioranza.
A quel teschio simbolo di morte, contrapponete la cultura della Vita“.
Italia in Comune Puglia