Impossibile instaurare un dialogo con l’Amministrazione comunale e l’assessore al ramo. I lavori di impermeabilizzazione del tetto programmati non risolveranno i problemi strutturali
BARI – “Il Mercato dei Fiori di Terlizzi, cuore pulsante dell’attività florovivaistica, è sempre più abbandonato a se stesso. Un settore vitale dell’economia locale naviga a vista, o meglio, nell’acqua piovana. Sono cadute nel vuoto le richieste di aprire un serio tavolo di confronto per imprimere una svolta e rilanciare il Centro servizi per la commercializzazione e l’assistenza tecnica alla floricoltura che non è mai partito davvero e rappresenta una dicitura rimasta solo su carta. La determina dirigenziale che impegna circa 46mila euro per i lavori di impermeabilizzazione della copertura del plateatico non risolverà i problemi strutturali“. Lo afferma il presidente provinciale CIA Levante Felice Ardito, dopo i numerosi e vani solleciti inoltrati all’Amministrazione comunale anche in seno alla Consulta del Fiore e all’indomani dell’ultimo annuncio dell’imminente cantierizzazione dei lavori. “Consideriamo tardivo l’intervento del Comune ed è solo un palliativo vista la mancata manutenzione dell’immobile nel tempo – continua il presidente Ardito – Il nuovo mercato avrebbe potuto rappresentare un punto di incontro della filiera e uno snodo di valorizzazione delle produzioni locali, oltre che uno spazio per studiare strategie di valorizzazione di un settore produttivo che merita più attenzione da parte delle pubbliche istituzioni e degli stessi operatori. È un luogo simbolo, considerato una delle realtà commerciali più importanti d’Italia, ma oggi è un’area mercatale che per le sue condizioni penalizza ulteriormente gli operatori e non ha sfruttato le potenzialità insite nella struttura, studiata per una serie di attività mai partite. Peggio ancora, concepita come una struttura all’avanguardia, è stata ridotta ad un capannone che imbarca acqua e non assicura adeguati servizi agli operatori che pagano profumatamente box e parcheggi, costretti all’osservanza di una serie di obblighi“.
Le strutture del Mercato dei Fiori appartengono al patrimonio immobiliare del Comune e la fruizione degli spazi a fini commerciali da parte degli operatori florovivaistici è subordinata al pagamento di un canone a favore del Comune che, a sua volta, eroga servizi utili alla corretta esecuzione delle operazioni di vendita. “Già nel corso del mese di marzo avevamo segnalato, insieme agli operatori, importanti problemi strutturali che interessavano le coperture del patio adibito alla vendita sino al punto da ostacolare ed addirittura inibire la regolare attività commerciale degli stessi – aggiunge il responsabile sviluppo organizzativo CIA Levante Giuseppe De Noia, che aveva personalmente documentato lo stato della struttura durante un violento acquazzone, testimoniando le difficoltà degli operatori costretti a raccogliere l’acqua piovana con i secchi e a lavorare con gli ombrelli aperti – Le vendite, in queste condizioni, crollano inesorabilmente. Abbiamo raccolto l’indignazione dei florovivaisti, giustamente esasperati per lo stato in cui versa il mercato. Per giorni, a maggio, nonostante i proclami all’indomani delle nostre rimostranze tre mesi prima, abbiamo assistito alle stesse scene: l’acqua grondava copiosamente dal tetto, allagando tutta l’area coperta. È vergognoso e insostenibile. Purtroppo, si contano sulle dita di una mano le volte in cui è stata convocata la Consulta del Fiore – prosegue De Noia – Non si spiega per quale motivo i tentativi di interfacciarsi con l’Assessore al ramo da parte degli operatori si scontrino con la sua assenza totale. La floricoltura riveste un ruolo strategico per l’economia locale, lo dicono i cartelli all’ingresso della città, ed è da tempo attraversata da una crisi che ne mina la tenuta in termini economici e sociali. Non si può continuare ad ignorare il grido di dolore di un’intera categoria“.
CIA Levante, sin dall’attivazione del Centro Servizi aveva proposto di affidare la gestione del mercato direttamente ai produttori. La Confederazione sollecita il sindaco e l’intera Amministrazione comunale affinché partano immediatamente i lavori e vengano programmati adeguati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura finalizzati anche a verificare la tenuta degli impianti e a tutelare l’incolumità di operatori. “Un segnale importante – conclude il presidente CIA Levante Felice Ardito – sarebbe la riduzione o l’azzeramento del canone di locazione delle piazzole di vendita da attuarsi sino a completo ripristino degli spazi. Studiare misure a salvaguardia del settore è l’unica strada per uscire dal tunnel della crisi. Chiediamo, infine, che il Comune chiarisca una volta per tutte quale sia il reale motivo dell’assenza dell’assessore competente“.