La Montagna del Sole letta attraverso gli occhi di un’artista russa
FOGGIA – Venerdì 24 maggio alle ore 19, presso lo spazio galleria CREO, in via Lustro,3 a Foggia, sarà inaugurata la mostra personale di Daria Kirpach a cura di Angelo Pantaleo, con il contributo critico di Gianfranco Piemontese.
La lettura o se preferite la rappresentazione di luoghi e persone fatta dagli artisti è una prassi costante riscontrata in molte opere nel corso dei secoli. Senza andare oltre gli artisti che hanno visitato l’Italia nel Gran Tour o degli stessi italiani che da sud andavano a nord e viceversa, voglio citare il solo Mauritius Cornelis Escher che da buon ecologista olandese al pari di un altro precedente ecologista ante litteram Wolfgang Goethe, attraversò la penisola italiana a dorso di asino, lasciandoci dei luoghi visitati notevoli opere.
Al pari di Escher, la nostra Daria Kirpach che viene da quel luogo incantato ubicato tra diversi mari e continenti che è la russa San Pietroburgo, ha fatto con questi suoi Legàmi. Attenzione la sua è una posizione privilegiata perché lei con la Montagna del Sole ha uno stretto legame affettivo visto che è legata da un vincolo d’amore con San Giovanni Rotondo.
Ma soffermiamoci sul titolo di questa mostra: Legàmi. Sono quelli sanguinei? Quelli affettivi? Quelli al locus origini? Quelli delle tradizioni artigianali? Quelli delle danze popolari? Quelli delle vedove bianche? L’elencazione potrebbe andare avanti per tutti i casi che la mano di Daria ha tracciato sui fogli da schizzo, un repertorio socio antropologico che ricorda le campagne fotografiche di Fosco Maraini trasformate in un libro con un intervento di Giuseppe GiarrizzoCiviltà Contadina Immagini del Mezzogiorno degli anni Cinquanta nella nostra Puglia o quel capolavoro di analisi delle nostre terre e popolazioni che è stato Il popolo dei formiconi di Tommaso Fiore e ultimo ma non meno importante la stessa Montagna del Sole di Sabino Acquaviva e GottfriedEisermann.
Daria Kirpach ci riporta ai tempi dei giorni e delle stagioni con le ombre nette del sole meridiano di luglio o con gli spazi davanti agli usci delle case terranee trasformati in soggiorni all’aperto. Luoghi dove l’elemento cardine di un soggiorno diventa la sedia. Donne e uomini dalle tinte scure di chi vive il lutto per mariti o mogli venuti a mancare, magari da decenni, in una sorta di teatro di strada. Quinte sceniche definite dai panni stesi al sole ad asciugare che segnano un palcoscenico dove coppie di donne o solitarie figure recitano in una scena da teatro greco.
Sono diversi i bozzetti che Daria qui ci presenta, da essi ha tratto quattro opere definitive ed una quinta la viene a realizzare dal vivo ora davanti a noi, spettatori fruitori osservatori e attori di una quotidianità urbana diversa dai luoghi magici del Gargano e della sua umanità. Gianfranco Piemontese maggio 2019
Dal lunedì al sabato dalle 18 alle 20.30
Info: fineart.creo@gmail.com