Ecco le sue dichiarazioni
BARLETTA – “Una presidenza della provincia, quella della Bat di Pasquale De Toma, inutile, dannosa e improduttiva, assistita da uno staff di segreteria altrettanto dannoso, improduttivo e irresponsabile, perché imbrigliato in una mentalità burocratica ottusa che lo rende inerte e ignavo. Questo è il mio sentimento dopo il confronto avuto presso la Città Metropolitana di Bari in merito alla vicenda del mancato completamento della scuola di via Morelli di Barletta”.
Sono le parole del sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, subito dopo l’incontro avuto stamani a Bari sulle sorti dell’edificio scolastico concepito in capo alla ex provincia di Bari e poi passato alla provincia di Barletta – Andria – Trani, i cui lavori, cominciati sette anni fa, si sono fermati poco dopo.
“Preso atto che nulla sarebbe potuto venire fuori dal confronto con persone che non hanno orecchi per ascoltare e coraggio per decidere – ha detto il primo cittadino – ho abbandonato il tavolo ma non prima di aver fatto mettere a verbale le legittime richieste espresse per conto dei cittadini barlettani che, per la costruzione di quella scuola, hanno versato 800.000 euro, che furono utili all’allora provincia di Bari per l’acquisto del terreno su cui l’edificio sarebbe sorto”. Il sindaco, oltre all’eventuale restituzione di quella somma, ha chiesto la messa in sicurezza e la sorveglianza h24 di quel sito, abbandonato al degrado e bersaglio dei vandali, “onde evitare che si verifichino incidenti e a tutela della pubblica incolumità di cui un sindaco è responsabile”.
La partita della scuola di via Morelli, ora come mai si sarebbe potuta chiudere, perché la Città Metropolitana è fermamente intenzionata a terminare i lavori e ad assumersene l’onere, a condizione che il Consiglio provinciale della Bat prenda atto di una delibera con la quale la stessa Città Metropolitana ha posto rimedio a uno degli impedimenti al completamento dell’edificio e depositi il proprio deliberato di presa d’atto presso la Conservatoria di Trani.
Una breve parentesi per comprendere qual è la questione.
Nel 2011, con il trasferimento del patrimonio da una provincia all’altra, da Bari a Bat, venne trasferito anche il diritto di superficie del terreno sul quale sarebbe sorta la scuola, dunque l’intera proprietà e non solo la nuda proprietà, privando la ditta costruttrice e la banca del diritto di superficie. Ora, in seguito ai tanti incontri con la Città Metropolitana avuti nei mesi scorsi, la stessa ha rettificato la deliberazione del Consiglio provinciale n. 19/2011 che aveva disposto il trasferimento della proprietà delle richiamate particelle, nel senso di precisare che le stesse particelle, corrispondenti ai terreni interessati dalla costruzione del nuovo edificio scolastico nell’ambito del contratto di leasing in costruendo, devono intendersi trasferite, già all’epoca, in nuda proprietà alla Provincia di Barletta-Andria-Trani.
A questo punto non si capisce perché l’ex presidente della Bat Nicola Giorgino, principale responsabile di tale stallo, abbia dato mandato qualche mese fa, a un legale di Roma, per la “modica” cifra di 20.000 euro (a carico dei contribuenti della Bat), per l’elaborazione del ricorso al Tar presentato contro la Città Metropolitana, che di fatto costituisce, oggi, motivo di impedimento alla prosecuzione dei lavori. Ciononostante la Città Metropolitana, nella sua componente politica e amministrativa, è intenzionata a portarli a termine e a pagare la somma necessaria di 9.000.000 di euro, prendendo atto che la provincia di Barletta – Andria – Trani non ha la capacità economico – finanziaria per farlo. Elemento, quest’ultimo, che la Città Metropolitana ha chiesto alla Bat che fosse messo nero su bianco e che la Provincia di Barletta – Andria – Trani ha di fatto definito.
“Rimossi quelli che sono i motivi reali che hanno impedito fino a oggi la prosecuzione dei lavori, ossia il diritto di superficie e la mancanza dei fondi, mi chiedo perché la Provincia Bat non si attivi, con un semplice deliberato di presa d’atto e consenta al territorio, in un momento come questo per l’edilizia scolastica, carente e che cade a pezzi, di godere di un bene per il quale, fra l’altro la città di Barletta ha pagato un prezzo alto. Io mi auguro che ci siano dei ripensamenti – ha concluso Cannito – e confido che la ragione prevalga su remore e motivazioni estranee all’obiettivo fondamentale, realizzare un’opera importante per la comunità territoriale”.