Rilanciata la proposta di affidare il compito ai medici di famiglia, per sgravare le aziende. Attese da anni le misure di semplificazione degli adempimenti per le imprese agricole
BARI – “Nonostante i proclami, non c’è stata alcuna semplificazione burocratica in materia di sorveglianza sanitaria in agricoltura. Il Decreto interministeriale, annunciato dal sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate, non ha ancora visto la luce. Le aziende, specie in taluni cicli di lavorazione che richiedono maggiore manodopera, sono costrette a sottoporre squadre anche di quaranta persone a visita medica preventiva per poche giornate lavorative“. A reiterare l’appello alla modifica della vigente normativa è il presidente CIA Due Mari Pietro De Padova. Il problema persiste e le imprese agricole continuano a lamentare disagi, oltre a sobbarcarsi un ulteriore onere non indifferente.
“È improcrastinabile la modifica della norma – aggiunge il direttore provinciale CIA Due Mari Vito Rubino – È auspicabile, come proponiamo ormai da anni, che il compito delle visite preventive sia demandato ai medici di famiglia che conoscono la storia clinica dei propri assistiti e sono titolati al rilascio dei certificati, proprio come avviene per l’idoneità al porto d’armi“.
Le misure di semplificazione degli adempimenti per le imprese agricole sono attese ormai da tempo immemore. “La burocrazia è sempre più asfissiante e farraginosa per le imprese agricole – afferma il presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba – La stagionalità del lavoro agricolo è una peculiarità di cui il Governo non può non tenere conto. Dietro le carte, gli imprenditori agricoli perdono più del 30% del proprio tempo lavoro e vedono sfumare altro reddito, quando proprio non possono permetterselo”.