Coronavirus, Confagricoltura Puglia: “Per allevatori ovicaprini vendite crollate e Pasqua difficile, consumate agnello locale”

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aree a rischio erosione costiera in puglia

I dettagli

BARI – La Pasqua si annuncia estremamente difficile anche per gli allevatori di ovicaprini. ristorazione, turismo, agriturismo, enoteche, mercati: tutti i canali di vendita connessi e trainati dalle festività pasquali – l’appuntamento clou del settore – sono completamente fermi, così come l’export. Lo sottolinea Confagricoltura Puglia che sta monitorando attentamente l’andamento del settore.

La pastorizia è comparto di lunga tradizione e altrettanto valore per l’economia agricola nazionale e regionale – pone in evidenza Confagricoltura Puglia – In questi giorni dovrebbero fioccare gli ordinativi per le carni di agnello e capretto con il 90% di nascite e crescite programmate proprio per il periodo pasquale. In Italia si contano 2,8 milioni di ovini e 150mila di caprini allevati e, in particolare, gli allevamenti della Puglia contano 238mila ovini e 48mila caprini.

Il momento difficile in cui ci troviamo si deve superare anche mantenendo vive le tradizioni e preferendo il made in Italy e in particolare il made in Puglia. In questi giorni cruciali – evidenzia Confagricoltura Puglia – sarebbe opportuno che la Regione Puglia prevedesse lo stanziamento di risorse per la realizzazione di un’immediata campagna promozionale, rivolta in particolare al canale della GDO e finalizzata a incentivare il consumo dell’agnello pugliese.

Confagricoltura Puglia chiede misure di sostegno al settore e invita i diversi attori della filiera della carne ad acquistare prodotto italiano, limitando in questa fase così delicata l’importazione di carni estere.

Le vendite sono ferme ma la produzione continua, così come i costi – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli della Puglia – Gli animali non si possono fermare, vanno nutriti e continuano a fare latte, e questo porta a un esubero di prodotti.