Esilarante spettacolo venerdì 29 aprile, alle ore 21, al teatro Paisiello per la stagione di prosa del Comune di Lecce. Protagonisti l’attore Ippolito Chiarello e il musicista Raffaele Casarano
LECCE – Venerdì 29 aprile, alle ore 21, al Teatro Paisiello, nuovo appuntamento con la stagione di prosa del Comune di Lecce e del Teatro Pubblico Pugliese.
Protagonisti saranno l’attore Ippolito Chiarello e Raffaele Casarano al sax, in scena con uno spettacolo che è già un cult, divertente e graffiante allo stesso tempo, Psycho Killer – Quanto mi dai se ti uccido? di Ippolito Chiarello e Walter Spennato.
In scena anche Michelangelo Volpe alla chitarra e alla tecnica per la regia, scene e luci di Michelangelo Campanale.
Uno “scherzo teatrale”, per burlarsi con il sorriso della morte e per denunciare, tra le righe, la facilità dell’uomo contemporaneo a servirsi dell’assassinio per risolvere anche le piccole nevrosi quotidiane. Denunciare l’assoluta inconsapevolezza con cui ci stiamo abituando alla violenza, sempre più normale, nel mondo e nel nostro Paese, dove l’omicidio diventa “show televisivo”, business per avvocati catodici, vetrina per falsi criminologi, meta per gite dell’orrore: un Paese che vede il sangue in tv scorrere da un canale all’altro, senza soluzione di continuità.
Lo spettacolo è ispirato al libro “Quanto mi dai se ti uccido?” di Walter Spennato (edizioni Besa), una mitragliata di micro-storie pulp in cui spetta all’ironia il difficile compito di raccontare il nostro tempo: tra colpi di pistola e ricercate atmosfere jazz lo spettatore è chiamato a partecipare emotivamente, fino alla catarsi finale che si realizza in un “umano, troppo umano” desiderio d’amore. Impossibile rimanere indifferenti, a ritmo di jazz lo spettatore si scopre solidale, nemico e allo stesso tempo complice del protagonista, con cui condivide un immaginario ricco di citazioni cinematografiche e musicali. Uno “scherzo teatrale” che sa far riflettere anche sulla funzione del teatro oggi come ieri: celebrazione di un rito che restituisca alla collettività l’occasione di indagare insieme il proprio tempo. Una festa collettiva che ci riporta a casa forse divertiti, forse increduli, ma di certo meno soli.