“La Puglia non tratta”, un aiuto alle vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo

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La cooperativa sociale Medtraining impegnata nell’attività di prevenzione e contrasto in Capitanata. Oltre 700 contatti effettuati dall’unità mobile di strada

BARI – Cancellare dall’invisibilità le vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo. Accendere una luce sulle loro vite per dare speranza. E soprattutto, non restare indifferenti davanti alle storie di migliaia di donne, di uomini, di bambini che ogni giorno vengono sfruttati nell’ambito della prostituzione, dello sfruttamento lavorativo o domestico, delle economie illegali, dell’accattonaggio forzato o del traffico di organi. Perché il fenomeno della tratta, per quanto sommerso, è sempre più capillarmente diffuso nei contesti locali del territorio nelle sue diverse forme e chiama in campo la responsabilità delle istituzioni, della società civile e delle comunità locali. Il progetto “La Puglia non tratta – Insieme per le vittime”, giunto ormai alla terza annualità, è nato a livello regionale con l’obiettivo di assicurare alle persone vittime di tratta adeguate condizioni di alloggio, vitto, assistenza, protezione ed integrazione socio – lavorativa. Una sfida complessa, ambiziosa, che sta contribuendo a potenziare la pratica della presa in carico globale ed individualizzata di uomini e donne vittime di traffici criminali internazionali, diffondendo altresì nella comunità locale la cultura della legalità e della tutela dei diritti inviolabili della persona.

Il progetto “La Puglia non tratta – Insieme per le vittime”, finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è promosso dalla Regione Puglia – Sezione Sicurezza del Cittadino, Politiche per le Migrazioni ed Antimafia Sociale – in collaborazione con seTTE enti anti tratta del territorio regionale: le cooperative sociali Medtraining (Foggia), Comunità Oasi2 San Francesco onlus (Trani), Atuttotenda (Maglie-Lecce), CAPS (Bari); le associazioni Giraffah! (Bari), Micaela (Adelfia-Bari), Comunità Papa Giovanni XXIII.

L’ATTIVITA’ IN PROVINCIA DI FOGGIA
Nell’area territoriale della Capitanata – che comprende Monti Dauni, Tavoliere delle Puglie e promontorio del Gargano – l’intervento è realizzato dalla cooperativa sociale Medtraining. Dall’1 marzo 2019 al 31 maggio 2020 gli operatori del progetto, soprattutto attraverso il lavoro dell’unità mobile di strada, hanno effettuato 741 contatti, percorrendo in modo particolare i tratti della SS 16 dell’Alto Tavoliere e del Basso Tavoliere, della SS 89 che porta a Manfredonia, della SS 673 Circonvallazione di Foggia. Le beneficiarie incontrate durante il lavoro dell’unità di strada sono soprattutto donne, provenienti per la maggior parte da Paesi quali Bulgaria, Romania, Nigeria, che rappresentano l’80,6% delle beneficiarie contattate. Ma è stata registrata anche la presenza di donne di nazionalità Ucraina (1,9%), Colombia (1,6%), Albania (1,2%) e persino della Repubblica Dominicana. Oltre all’attività di primo contatto, il progetto prevede una serie di interventi finalizzati ad una presa in carico globale e all’accompagnamento verso un percorso di autonomia e di inserimento socio-lavorativo. Interventi che spaziano dall’accoglienza abitativa ai servizi sanitari di base, dal disbrigo delle pratiche amministrative-burocratiche per la regolarizzazione all’integrazione linguistica, fino all’attivazione di tirocini lavorativi. «La pratica dell’accoglienza – dice Nicola Di Bari, presidente della cooperativa sociale Medtraining – si sta declinando non soltanto nella cosiddetta ospitalità abitativa, ma anche nel consolidamento della rete con i soggetti partner, pubblici e privati, che erogano servizi di orientamento, consulenza, mediazione ed assistenza sanitaria, occupandosi e curando il mantenimento di comunità accoglienti in senso più ampio: quelle che chiamiamo città accoglienti».