BRINDISI – Il territorio brindisino è stato per anni martoriato dall’attività delle industrie pesanti e inquinanti, oltre che sottoposto a costante ricatto occupazionale. Si impone quindi una riflessione sul destino economico della città e sullo sviluppo del porto, area strategica di rilancio economico di Brindisi e non solo. Trattandosi di decidere quale città lasceremo in eredità alle future generazioni, tale riflessione progettuale deve coinvolgere, oggi più che mai, tutta la cittadinanza e beneficiare del tempo necessario per le opportune valutazioni di concerto con tutti gli attori coinvolti.
Non riusciamo quindi a comprendere le reali intenzioni del consigliere regionale Fabiano Amati, quando nel suo comunicato stampa riporta che per lui “un mese sia sufficiente per indicare un’alternativa tecnicamente plausibile” per una locazione alternativa. Il consigliere Amati farebbe bene a dare seguito alla sua propaganda elettorale quando proclamava a piena voce la volontà di lavorare per lo sviluppo della Regione Puglia coinvolgendo tutte la parti sociali ed economiche interessate nei progetti di sviluppo che ha intenzione di portare avanti nei prossimi cinque anni di governo, con la promessa di prestare anche attenzione verso la tutela ambientale e sociale delle popolazioni coinvolte più direttamente.
Noi di Europa Verde Brindisi non siamo contrari all’uso di Gas Naturale Liquefatto come carburante per il trasporto marittimo, perché si tratta di un combustibile relativamente economico e pulito. Il GNL offre, infatti, numerosi vantaggi rispetto al diesel in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera: assenza di emissioni di anidride solforosa (SOx), riduzione del 25% circa delle emissioni di anidride carbonica (CO2), dell’85% circa delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e del 95% circa delle emissioni di particolato (PM). Tuttavia, riteniamo che il deposito costiero di GNL proposto dalla società Edison S.p.A non debba essere costruito nel sito di Costa Morena Est, ma in luogo più adatto. Europa Verde Brindisi ritiene valide e oculate, e appoggia convintamente le osservazioni espresse dalle associazioni Italia Nostra, Legambiente, Medici per l’ambiente, No al carbone, Salute Pubblica e WWF, ovverosia che “la costruzione di detto deposito priverebbe il porto di Brindisi di una banchina operativa, oltretutto infrastrutturata, causando un gravissimo danno alla portualità. Oltre ad occupare ampi spazi alla radice del piazzale commerciale della banchina, questa sarebbe inibita del tutto ad altro uso, precludendo qualsiasi traffico futuro” anche in vista del piano relativo alla Zona Economica Speciale (ZES). Infatti, grazie a cospicui investimenti pubblici, il porto di Brindisi sarà, al termine dei lavori di raccordo alla rete ferroviaria, uno dei pochi a permettere l’interscambio di merci tra nave e treno con un notevole risparmio di tempo per il trasporto dei beni, che in poche ore si sposterebbero tra il cuore del Mediterraneo e il centro/nord dell’Europa. Probabilmente il consigliere Amati ignora queste opportunità di sviluppo della zona portuale che porterebbe a maggiori benefici in termini sia occupazionali, sia economici e, di conseguenza, sociali del territorio.
Del resto, resta ancora sconosciuto il piano di sicurezza del progetto di Edison S.p.A. per la realizzazione del deposito nell’area individuata, dato che la banchina di Costa Morena Est si trova in piena area industriale e dista pochi chilometri in linea d’aria dai quartieri abitati Perrino, Centro e Casale.
L’aver escluso cittadini, comitati e associazioni dalla partecipazione alla presentazione del progetto manifesta chiusura verso le istanze del territorio. Noi di Europa Verde Brindisi crediamo in una reale politica partecipata e difendiamo la presenza dei cittadini in tutte le manifestazioni pubbliche, soprattutto se riguardano il futuro della città.