BARI – Sedici proiezioni, tra lungometraggi, corti e documentari, performance di danza e teatro, conferenze e mostre d’arte. E’ il Bari International Gender Film Festival, festival del cinema e delle arti performative su differenze di genere, identità e orientamenti sessuali della città di Bari.
Giunto alla sua sesta edizione, quest’anno sarà interamente in streaming sulla piattaforma MYmovies.it e sui canali social ufficiali della manifestazione (pagina Facebook e profilo Instagram). Dal 4 al 12 dicembre il BIG, promosso e organizzato dalla Cooperativa Alice, con la direzione generale e artistica di Tita Tummillo e Miki Gorizia e realizzato con il sostegno di Regione Puglia e Comune di Bari, analizzerà il “Pianeta”, programmando cioè film di diversa provenienza, riguardanti le differenti realtà sociopolitiche esistenti al mondo e focalizzando così l’attenzione sul rispetto delle diversità sessuali, etniche e sociali.
Il “Pianeta” BIG, presentato in streaming alla presenza anche del neo assessore alla Cultura della Regione Puglia, Massimo Bray, vuole accendere anche un faro sui temi dell’emergenza e della cura, per fare in modo che le tematiche sul rispetto delle differenze possano estendersi oltre i concetti della sessualità e dell’identità, toccando i temi della biodiversità, dell’ecologia, della salvaguardia ambientale e animale, della solidarietà umana, della decolonizzazione dei saperi, della discriminazione etnica, dell’immigrazione, dell’accesso alle cure.
L’evento di apertura, il 4 dicembre, riguarderà la mostra di videoarte, intitolata “Mixed/Various/Untitled”, dell’artista Mohamed Almusibli, ospitata dalla galleria d’arte contemporanea “Nico” di Bari, visibile su spazionico.it fino al 14 febbraio 2021. Poi toccherà al duo di artisti Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi con “Harleking”. Dal 5 all’11 dicembre partirà la programmazione cinematografica su MYmovies.
Tra i titoli in cartellone, i film vincitori del “Teddy Award” della settantesima edizione del Festival del Cinema di Berlino, da “Si c’etait de l’amour” del regista Patric Chiha a “Futur drei/No hard feelings” di Faraz Shariat, storia di integrazione da parte di una seconda generazione di immigrati rifugiati in Germania. Dalla Berlinale 2020 arriva anche “Petite Fille” di Sébastien Lifshitz, delicato racconto d’autore sulla vita di Sasha che a soli 7 anni è convinto di essere una bambina.