BARI – Una forte flessione del mercato del latte fresco ha messo in grave crisi il settore lattiero-caseario in tutta la Puglia. “Occorre che la Regione Puglia metta in campo misure e risorse maggiori per sostenere con forza la filiera”. E’ questo l’appello-denuncia lanciato con una nota congiunta da organizzazioni dei produttori, Alleanza delle Cooperative, CIA Agricoltori Italiani della Puglia, Uci Puglia, Fedagripesca Puglia, Legacoop Puglia e Agci Puglia. “L’emergenza Covid-19 ha inferto un colpo mortale a un settore che ha risentito in modo drammatico della chiusura dei locali della ristorazione e, più in generale, di tutta la rete delle attività che lavorano nel campo della somministrazione di pasti e alimenti, oltre che dell’inaridirsi delle commesse nei mercati esteri. Tale situazione si è riverberata sul mercato del latte fresco, sull’economia delle aziende zootecniche della regione Puglia e sui trasformatori, colpendo in egual misura allevatori e trasformatori“.
6MILA AZIENDE IN DIFFICOLTA’. Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata, il comparto lattiero-caseario pugliese ha quale base produttiva regionale 2.515 aziende con vacche e bufale e 3.185 aziende con ovini e caprini da latte. Il dettaglio provinciale evidenzia come la maggioranza di aziende con bovini e bufalini si concentrino nelle province di Bari e Taranto, con il 71,3% del totale; per quanto riguarda invece gli allevamenti ovicaprini i territori di Foggia e Bari sono quelli con la maggior concentrazione (57,5% del totale regionale). La Puglia vanta circa 200 tra caseifici e centrali del latte. Sono circa 70mila i bovini e bufalini allevati in tutta la regione, oltre 300mila gli ovicaprini. Il latte raccolto a livello regionale è destinato alla trasformazione industriale di prodotti lattiero-caseari e, in Puglia, può arrivare annualmente a oltre 100mila tonnellate di latte alimentare, poco più di 1000 tonnellate di burro e a quasi 40mila tonnellate di formaggi, per la gran parte attinenti alla categoria “freschi”.
LA REGIONE DEVE FARE DI PIU’. “Pur apprezzando gli impegni dei trasformatori, che per mantenere in vita la filiera hanno garantito il ritiro del latte fresco dalle stalle durante il periodo del lockdown ed optando per la trasformazione della materia prima in prodotti da stagionare e/o cagliata da destinare al congelamento ed alla lavorazione relativa alla futura ripresa economica e il pagamento di ulteriori 2 centesimi/litro di latte da parte delle maggiori aziende di trasformazione, stante il permanere della crisi di settore coinvolgente sia i trasformatori che gli allevatori, chiediamo alla regione Puglia che siano attivate nuove misure di sostegno della filiera lattiero casearia, in quanto le somme messe a disposizione sono state di lunga inferiori alle attese. Le scriventi organizzazioni, nelle settimane scorse, si sono rese promotrici di un’iniziativa affinché fosse adottata una sottomisura, con il PSR 2014-2020 (MIS. 21), con l’intenzione di dare una risposta alla situazione di crisi del comparto e preservare il tessuto sociale, economico e produttivo delle imprese agricole del comparto zootecnico colpite dagli effetti dell’emergenza sanitaria. Il settore zootecnico ha un ruolo importante per le zone interne della Puglia. Esso rappresenta una fonte di reddito in molti casi insostituibile e per quello che, dal punto di vista ambientale, rappresenta in termini di presidio del territorio. Al fine di evitare il tracollo del settore, con le inevitabili conseguenze occupazionali, economiche ed ambientali, occorre con urgenza adottare provvedimenti a tutela degli allevatori pugliesi
Al fine di verificare le misure da intraprendere, si chiede con urgenza la convocazione del Tavolo Latte anche alla luce degli ultimi decreti ministeriali che hanno trascurato la filiera lattiero casearia“.