BARI – Dalla Uila Puglia giunge un appello a tutti gli attori della filiera, alle istituzioni, ai policy maker e ai portatori di interesse: “Ognuno faccia la propria parte per contrastare il vettore della Xylella, attivandosi per rispettare e far rispettare i protocolli stilati dalle autorità in materia di interventi di manutenzione e gestione dei terreni. Il lavoro agricolo, già in ginocchio, rischia di essere colpito fatalmente se la batteriosi attecchisse nel Sud Est e nel Centro-Nord Barese“. A fare questo appello è il Segretario Generale Pietro Buongiorno perché “fortemente preoccupato dal mancato rispetto delle norme regionali che prevedono di espletare entro il 10 maggio gli interventi di lavorazione dei terreni e manutenzione delle aree a verde pubblico, dei bordi stradali e lungo i canali. La Xylella non è solo un problema di agricoltori e lavoratori agricoli. É una questione di rilevanza sociale che coinvolge in maniera diretta hobbisti, amministratori locali, curie, imprenditori immobiliari e chi più ne ha più ne metta. Chiunque possiede o gestisce finanche il più piccolo appezzamento di terra deve sentirsi coinvolto e, soprattutto, responsabilizzato. Il futuro della sua regione passa dal suo senso di responsabilità civile e morale. Il mondo della scienza ci dice che dobbiamo convivere con un batterio che ha colpito 50mila ettari di uliveti su una superficie di 200mila. Complessivamente sono stati distrutti 5 milioni di piante sui 70 milioni della Puglia“.
La campagna di monitoraggio 2020/2021 si è chiusa con 1.159 piante infette, rilevate nelle zone “contenimento”, “cuscinetto” e, per la prima volta, “indenne”, con una segnalazione giunta dall’agro di Conversano. Rispetto al monitoraggio annuale precedente c’è un decremento di 78 piante, ma è bene precisare che gli alberi infetti ricadevano nelle zone di contenimento che circondavano l’agro di Carovigno nell’area compresa tra Carovigno, Latiano, Ceglie Messapica ed Ostuni. Nel corso del 2019/2020 il vettore si è spostato in due direzioni sempre verso Nord: verso Cisternino e verso Crispiano. Questi due centri sono poi diventati focolai importanti, soprattutto il primo asse che ha poi interessato Locorotondo, Fasano, Monopoli e in ultimo Conversano.
“La Uila, come organizzazione che rappresenta i lavoratori agricoli è fortemente preoccupata dalle ripercussioni dell’emergenza fitosanitaria sul lavoro. Le Organizzazioni datoriali rimarcano il fatto che nell’ultimo triennio ha provocato danni (solo per quanto riguarda la mancata produzione e vendita di olio) per complessivi 390 milioni di euro, cancellando circa 29mila tonnellate di olio d’oliva l’anno (pari al 9,5% della produzione nazionale e un terzo di quella pugliese). Ma le conseguenze sul lavoro bracciantile sono altrettanto catastrofiche, sia in termini numerici sia in termini di prospettive per il comparto. Nel Salento in 4 anni abbiamo perso 250mila giornate lavorate e 4mila addetti. In Puglia solo tra il 2019 ed il 2020 (periodo per il quale abbiamo dati ufficiali e certificati) sono stati persi 4mila posti di lavoro. Parliamo di un anno! Ma ne mancano quasi 20mila dal 2016 ad oggi. Nel 2016 in agricoltura erano occupati 186.349 lavoratori: in 4 anni siamo scesi a 166.968, quasi 20mila (19.381 a voler essere precisi). Ogni anno, in media, ne perdiamo 4-5 mila! Ed è un trend che continua da 5-6 anni“.