Approvata all’unanimità la proposta del consigliere regionale Antonio Tutolo
BARI – Via libera all’unanimità del Consiglio regionale alla proposta avanzata da Antonio Tutolo che chiedeva una modifica alle “Norme in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili e per la riduzione di immissioni inquinanti e in materia ambientale”. Nello specifico è stato approvato un adeguamento a valori congrui della fideiussione bancaria, depositata dai soggetti autorizzati a realizzare impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, a garanzia delle attività di decommisioning degli stessi e ripristino dello stato dei luoghi.
L’intervento legislativo, che modifica l’articolo 4 della legge n.31/2008, porta anche le firme dei consiglieri del gruppo “CON” Giuseppe Tupputi, Gianfranco Lopane e Alessandro Leoci.
Passa così da 50 a 100 euro per ogni kW di potenza elettrica il valore della fideiussione a prima richiesta rilasciata per realizzare un impianto di produzione da energie rinnovabili, a garanzia del ripristino dello stato dei luoghi a fine esercizio dell’impianto.
“La somma di 50 euro era oggettivamente incongrua a garantire i costi reali di dismissione degli stessi e di ripristino del suolo – dichiara soddisfatto il consigliere Tutolo – perciò era quantomai urgente e necessario adeguare ai parametri reali di mercato, per non ritrovarci fra qualche anno con un cimitero spettrale di pale e pannelli disseminati sul nostro territorio“.
La preoccupazione era maggiore per i primissimi impianti autorizzati, da qui l’emendamento aggiuntivo presentato da Antonio Tutolo.
“Proviamo a immaginare – spiega – cosa sarà di quelli la cui fideiussione ammontava a soli 5 euro per kW. Quando dovranno essere dismessi chi volete che se ne occuperà? 5 euro a kW vuol dire che per una pala da un MW saremo garantiti per 5.000 euro. Ma fra trent’anni con 5.000 euro non fai neppure la telefonata per chiamare l’azienda che la deve rimuovere. Anche per questo motivo, ho portato in discussione un emendamento che prevede, in caso di revamping o repowering – cioè di potenziamento e riefficientamento degli impianti esistenti – di adeguare anche quei parchi al nuovo valore fideiussorio.
Abbiamo cercato di porre un freno alla devastazione dei nostri territori, dalla Capitanata al Salento, ‘colonizzati’ da multinazionali o fondi di investimento che ci precludono possibilità diverse di sviluppo o semplicemente di guardare con occhi più meravigliati il nostro paesaggio e non lasciano un centesimo. Almeno adesso non corriamo più il rischio, tra venti o trent’anni, di dover pagare con i soldi pubblici il ripristino dello stato dei luoghi“.