BARI – L’agriturismo in Puglia registra un segno positivo con qualche incertezza dopo settembre. A stilare un primo bilancio dell’estate 2021 sono Confagricoltura Puglia e Agriturist.
Tanti i turisti arrivati in Puglia da metà maggio in poi e che hanno scelto di passare il loro soggiorno in un agriturismo. Gli italiani hanno, di fatto, rappresentato più del 70% degli ospiti. È stata, invece, molto bassa la presenza di inglesi e statunitensi, i quali sino al 2019 avevano mostrato di preferire la Puglia per le loro vacanze all’estero. Ad influire sulla diminuzione di inglesi non vi è solo l’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia covid: i sudditi di Sua Maestà sono stati frenati anche dall’introduzione delle norme stabilite all’indomani della brexit. La maggior parte dei turisti stranieri che hanno trascorso le loro ferie sulle coste e nell’entroterra pugliese sono francesi, belgi, olandesi e naturalmente tedeschi. La Puglia si conferma una delle prime regioni italiana per flussi turistici insieme alla Toscana e alla Sicilia.
Nel settore degli eventi (matrimoni e cerimonie) gli agriturismi pugliesi hanno registrato buoni risultati, sebbene l’introduzione del green pass abbia rallentato un po’ le procedure di accesso alle strutture agrituristiche, dove sono stati impiegati degli addetti per il controllo con un aggravio dei costi del personale. Per ciò che concerne gli aventi, a luglio si è registrato un picco nella ristorazione mentre agosto è rientrato nella media stagionale.
“Quello che manca sia nel turismo e sia nella ristorazione sono le prenotazioni a lungo termine e quindi l’impossibilità per le strutture di programmare investimenti sulla base degli introiti – evidenziano Luca Lazzàro (Confagricoltura Puglia) e Giovanni Scianatico (Agriturist Puglia) – Molti dei turisti italiani, soprattutto del Nord, che in passato hanno scelto mete esotiche per le loro vacanze, quest’anno sono venuti in Puglia e questo ha permesso a tutte le strutture agrituristiche di registrare il sold out da giugno sino a settembre. Adesso, però, si dovrebbe regolamentare meglio il green pass a livello internazionale per avere una ripresa duratura del turismo. C’è molta incertezza e quindi i turisti prenotano poco prima di partire. Nella ristorazione – concludono – c’è più certezza, il green pass ha permesso di lavorare sino ad oggi, anche se la sensazione è che quando finirà la possibilità della ristorazione all’aperto i fatturati saranno in calo“.