BARI – Terza serata per la seconda sezione del Jazz RevengeFest organizzato a Bari dall’associazione Nel gioco del jazz. Sul palco dell’Arena della Pace, al quartiere Japigia (via Nicola Loiacono, 20), sabato 28 agosto (ore 21) è di scena la formazione del sassofonista Emanuele Cisi, che con Dino Rubino (tromba), Rosario Bonaccorso (contrabbasso), Adam Pache (batteria) e il progetto «No Eyes» rende omaggio a Lester Young.
La poesia e il jazz, e più in generale, la scrittura e la musica, hanno in comune la vita e, nelle innumerevoli occasioni in cui i jazzisti hanno pensato di affidare alla poesia le esternazioni del loro atto creativo, quasi sempre la musica se ne è avvantaggiata. Oggi tocca a uno dei sassofonisti più sensibili e capaci della scena, e non solo di quella italiana, realizzare questo connubio. L’ispirazione di Emanuele Cisi è una poesia scritta da David Meltzer, «No Eyes», componimento dedicato a Lester Young. Il grande tenorista utilizzava un modo di esprimersi tutto particolare. E nel singolare slang di Prez, The President, come Billie Holiday soprannominò Lester Young, la locuzione «no eyes» stava per «non mi interessa», detto con l’inevitabile indolenza di chi considerava la musica l’unica cosa per la quale valesse la pena continuare a vivere.
La vita travagliata del sassofonista ha ispirato registi e scrittori, tra cui Geoff Dyer, autore dello struggente racconto «Natura morta con custodia di sax» basato su aneddoti della biografia del grande jazzista. E il modo di suonare di Young, lirico e vitale, ha influenzato generazioni di musicisti. A distanza di quasi sessant’anni dalla morte di Lester (avvenuta in una modesta camera d’albergo a New York, il 15 marzo del 1959) Cisi ha deciso di pubblicare un disco che adesso presenta per il Jazz RevengeFest. Un disco che suona come uno straordinario atto d’amore.