MASSAFRA (TA) – Da venerdì 27 agosto per le vie di Massafra (TA) sono stati affissi i manifesti elettorali in vista delle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, tra cui sono presenti quelli del candidato sindaco Domenico Santoro che a differenza degli altri, non solo nel comune tarantino ma in tutta Italia, non riportano uno slogan.
Nella grafica del candidato, appoggiato dalle liste Domenico Santoro Sindaco, Forza Italia, Lega, UDC, Obiettivo Massafra e Idea per Massafra, è presente la scritta “Gli slogan li lascio agli altri”, frase che rispecchia il suo carattere e la sua volontà di cambiare l’attuale scenario politico dando spazio ai fatti e all’oggettività.
“Ho scelto di non avere alcuna frase propagandistica sui cartelloni elettorali – ha spiegato Santoro – perché voglio essere associato a ciò che faccio e all’impegno che costantemente impiego per tutelare e valorizzare il nostro comune e i suoi abitanti. Allo stesso tempo voglio dare un segnale di cambiamento, senza giochi di parole”.
Dottore commercialista dal 1988, Santoro è professionalmente un revisore legale. Dunque per lavoro e forma mentis è abituato a leggere carte e restare legato all’oggettività. A dimostrazione del suo carattere, durante il periodo pre-elettorale ha evidenziato alcune criticità, tra le quali quelle inerenti alla Cittadella del Carnevale, al Pug e alla Tari, non solo affrontando i temi con le parole ma mostrando i documenti e le carte, mettendole a disposizione di tutti i presenti e della comunità.
“Il mio e quello dei miei sostenitori è in primis un impegno civico. Vogliamo restituire ai massafresi una città nuova e sostenibile, nella quale sentirsi protagonisti. Faremo questo senza giri di parole, ma con fatti concreti, analizzando ciò che non va e lavorando per la risoluzione, pensando al bene della comunità e non di singoli individui. Dobbiamo avvicinare la politica ai cittadini”.
Non mettere un canonico slogan per la campagna elettorale è un’evidente volontà di Domenico Santoro di andare oltre alla consuetudine dell’attuale politica. Infatti, proprio a livello nazionale questo è un caso raro di comunicazione.