Banfi al Bif&st: “I miei film a Venezia? No, arrivano solo a Mestre”

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BARI – Lino Banfi è di casa al Petruzzelli di Bari, dove può tranquillamente parlare il suo dialetto stretto e raccontare di sé e della sua lunga carriera nella masterclass tenuta stamani al Bif&st che gli darà stasera un premio alla carriera mentre, nel pomeriggio, ha presentato il libro “Le molte vite di Lino Banfi” con l’autore Alfredo Baldi. Tanti i temi trattati da nonno Libero, nome d’arte di Pasquale Zagaria nato a Andria 9 luglio 1936: il rapporto con il padre, la sua esperienza in seminario, la lettera scritta da Papa Francesco, una telefonata con Chiellini, la polemica con il Moige e del fatto che i suoi film alla fine nonostante il successo “sono gli unici a non aver vinto mai niente. Sono comunque nati per fare i soldi e così se non vanno al Festival di Venezia arrivano però sicuramente a Mestre”.

Intanto i suoi studi da ragazzo: “Andai in seminario perché era questo il desiderio dei miei genitori che mi volevano prete. Lì ho trovato una rigidità incredibile, studiavo greco, latino e filosofia, tutte cose che mi sono poi servite nella vita anche se il mio vero sogno è sempre stato quello di fare il chirurgo, non a caso ho assistito ai due parti cesarei di mia figlia Rosanna. Dal seminario all’avanspettacolo il passo è stato breve. Fui mandato via insieme ad un altro e il monsignore che diede la notizia, Giuseppe Di Donna poi diventato santo, mi consolò dicendo che il mio destino non era quello sacerdotale, ma quello di far ridere, approfittane”.