BARI – Si conclude l’8 gennaio la prima parte dell’ottava edizione del progetto “Caffè ristretto”, uno dei primi caffè letterari a livello nazionale sviluppato all’interno del carcere di Bari, ideato da Teresa Petruzzelli e realizzato insieme a Mariangela Taccogna docente del 1 CPIA Bari, finanziato dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Bari al Cpia 1 di Bari, ente realizzatore del progetto.
Al momento conclusivo del percorso sviluppato all’interno del penitenziario minorile “Fornelli” parteciperanno l’assessore alla Politiche Giovanili del Comune di Bari, Paola Romano; Nicola Petruzzelli direttore IPM “N. Fornelli” di Bari, il preside del Cpia di Bari prof.ssa Giovanna Griseta, il capo della Polizia Penitenziaria IPM Bari dott.ssa Antonella Mavella, i rappresentanti del Gruppo S (lega) menti ,Gruppo di volontariato culturale che hanno collaborato al progetto.
Attraverso 20 ore di laboratori di lettura, scrittura, presentazioni di recenti pubblicazioni, workshop, incontri con addetti ai lavori in ambito sociale e culturale, gli organizzatori hanno accompagnato i detenuti in un percorso di formazione e rieducazione attraverso l’arte, parlando di legalità, inclusione sociale e intercultura. E lo stesso faranno nelle prossime settimane all’interno della Casa Circondariale “F. Rucci” di Bari.
Ospiti di questa ottava edizione del progetto l’associazione culturale (S)Lega- Menti (Libri, Memoria e Libertà) a cui sono stati completamente affidati gli incontri con i ragazzi dell’IPM. Gli incontri nella casa circondariale, invece, saranno tenuti dallo scrittore Francesco Loseto (Con le chiavi in tasca – Florestano edizioni), dalla scrittrice Francesca Palumbo (Hai avuto la mia vita – Besa editore), da Raffaele Diomede, presidente della comunità per minori Chiccolino e autore del libro “Si può nascere ancora” (Palomar), dal musicista-scrittore Marco Antonio Esposito autore del libro di poesie “Prima di spegnersi” (Eretica edizioni) e dall’editore Cristiano Marti per la casa editrice Giazira (L’editoria come impegno civile).
“Ancora una volta, anche in questa edizione del progetto, è stata ribadita l’importanza del valore formativo delle attività culturali ed artistiche nonché il dialogo, l’osmosi tra fuori e dentro le mura. “Caffè ristretto”, infatti, vuole essere un intervento educativo strutturato, coordinato e coerente per un percorso di osmosi culturale e artistica tra il dentro e il fuori, che coinvolge docenti, scrittori, giornalisti, operatori culturali, artisti. Un’agorà aperta al confronto, diretto e attivo, su temi e problematiche generati dalla letteratura che si fondono con il bisogno connaturato all’uomo di una dimensione sociale che sia orientata anche all’espressione del proprio mondo interiore” spiega Teresa Petruzzelli. “La situazione carceraria necessita, infatti, di interventi educativi strutturati e non estemporanei, coordinati e coerenti in un percorso di riabilitazione che sia quanto più stabile possibile. E siamo per questo estremamente felici di aver potuto proseguire anche quest’anno il nostro percorso, considerando anche che sono stati gli stessi detenuti a farci capire che raccordare le esigenze, i bisogni, e le propensioni di tutti: dalla parola scritta, alla lettura, al teatro, alla cinematografia, li aiuta nel loro percorso di riabilitazione“.