BARI – La programmazione 2022 del progetto «Teatro Studio» della compagnia Diaghilev all’auditorium Vallisa di Bari, a causa di sopravvenute necessità è stata in parte variata rispetto al calendario inizialmente annunciato. Restano, comunque, confermati il piano generale di produzione e gli spettacoli. L’emergenza sanitaria in corso e la preoccupante diffusione dei contagi che si sta verificando proprio in questi giorni hanno indotto l’organizzazione a rinviare, per comprensibile cautela, alcuni lavori in cui erano impegnate diverse compagnie. Inoltre, come richiesto da molti spettatori, si è manifestata l’esigenza di recuperare le rappresentazioni che l’attore e drammaturgo Paolo Panaro non ha potuto effettuare nella prima parte di stagione per impreviste ragioni di salute, oggi fortunatamente superate. Ed è proprio con Paolo Panaro che l’attività riparte in questi giorni e per tutto gennaio, con tre spettacoli inseriti in cartellone: una trilogia di capolavori di grande fascino e coinvolgimento che costituiscono tappe significative del particolare ed esclusivo percorso di ricerca tra teatro e letteratura che l’artista conduce entusiasticamente con il Centro Diaghilev da diversi anni.
Paolo Panaro porterà in scena «Le mille e una notte» dal 12 al 16 gennaio, «La zia d’America» di Leonardo Sciascia dal 18 al 23 gennaio e il «Decameron» di Giovanni Boccaccio dal 24 al 29 gennaio.
Si parte, dunque, con «Le mille e una notte». Il racconto si apre con la storia del re di Persia, che dopo aver punito con la morte la moglie infedele, convinto della malvagità di tutto il sesso femminile, decide di passare ogni notte con una donna diversa, che poi uccide all’alba. Il tragico incanto è spezzato da Shehrazad, che usando lo stratagemma di raccontare ogni notte una favola e di interromperla al momento opportuno, lascia nel re la curiosità di sentire il seguito. Shehrazad apre, così, le porte del libro mirabile, rompendone il sigillo.
Le «Mille e una Notte» è il regno supremo dei lettori insonni. «Ed entrando in questo libro – dice Panaro – si vaga per un favoloso Islam che oggi stenteremmo a riconoscere». Il libro delle Notti è un insieme di racconti che si articolano, incastrandosi l’uno nell’altro, intorno ad una storia principale. La comparsa di un personaggio comporta immancabilmente l’interruzione della storia precedente a favore di una nuova storia. Come matrioske russe, i racconti sono incastonati l’uno dentro l’altro, narrati da una voce femminile. E, infatti, qualcosa di femminile pervade queste narrazioni notturne, il cui motto è «o un racconto o la vita». Perché raccontare equivale a vivere.