TARANTO – Due distinte organizzazioni criminali che, operando di fatto allo stesso modo, avrebbero gestito due consorzi di garanzia fidi che rilasciavano garanzie fideiussorie a prezzi vantaggiosi ma senza disporre delle previste autorizzazioni e senza le coperture finanziarie per far fronte alle stesse. Le hanno scoperte i finanzieri del comando provinciale di Bologna, nell’ambito dell’operazione ‘Carta straccia’, coordinata dal Pm Marco Forte.
Sono 22 le persone denunciate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attivita’ finanziaria, riciclaggio e truffa. Nei confronti di un indagato, che risulta irreperibile, sono in corso le ricerche per eseguire un arresto. Sono stati inoltre sottoposti a sequestro 600.000 euro, su disposizione di Gip. Le false fideiussioni emesse sarebbero di importo superiore ai 100 milioni.
L’operazione, con perquisizioni e sequestri, ha interessato, oltre a Bologna, anche Taranto, nonchè Milano, Roma, Napoli, Frosinone, Varese e Chieti, con il coinvolgimento anche delle Procure di Milano e Cassino. Le indagini del nucleo di polizia tributaria hanno ricostruito il ‘modus operandi’ delle due organizzazioni, la prima legata al Consorzio Italia Fidi, la seconda al Consorzio fra cooperative di garanzia fidi e associazioni autonome di Conafi.
Circa tre milioni di euro arrivati dai clienti, attraverso manovre finanziarie, sono stati movimentati su conti intestati a societa’ italiane ed estere, poi ‘polverizzate’. I 600mila euro sequestrati da due Gip, Mirko Margiocco e Alberto Ziroldi, sono le risorse che si e’ riusciti a bloccare, prima che scomparissero definitivamente.
Nel primo caso, tra il 2013 e l’aprile 2015, data del fallimento del consorzio, sono contestate operazioni garantite per circa 16 milioni, pari a 23 polizze fideiussorie, con un ingiusto profitto a danno dei clienti di circa 206mila euro: 10 beneficiari erano enti pubblici; nel secondo filone d’indagine si tratta invece di operazioni garantite per 50 milioni, 445 fideiussioni emesse, di cui 114 a favore di enti pubblici e 331 a persone fisiche o giuridiche: in questo caso l’ingiusto profitto calcolato dagli investigatori e’ di circa 1 milione.