Lecce, emergenza graffiti: centro storico deturpato dalle bombolette spay

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Lo evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”

Chiesa di Santa Irene LecceLECCE – Dalla chiesa di Sant’Irene, dal Conservatorio Sant’Anna al teatro romano, fra vicoli e corti barocche scarabocchi, slogan, proclami per la squadra che per la donna del cuore con lo spray di ogni colore, segnano il passaggio di improvvisati “artisti” di strada.

Il centro storico di Lecce deturpato dalle scritte di persone che all’ignoranza soggettiva sommano la mancanza assoluta di civismo e, sicuramente, non amano il luogo comune dove vivono.

Si tratta dei graffitari che di solito, per scambiarsi dichiarazioni amorose, supportate a volte da disegni, sporcano i muri di edifici, segnaletica stradale, colonnine enel-telecom e quant’altro che si prestano a fare da lavagna.

Lo fanno con bombolette spray di vari colori e scelgono sempre facciate e muri di palazzi o manufatti diversi, anche da poco restaurati. È sufficiente fare quattro passi nel centro storico per osservare i loro “capolavori”.

In pratica quelle zone della vecchia Lecce che dovrebbero costituire il salotto di una città di attrazione per il turista, mentre, per i leccesi, l’espressione del decoro a cui tengono. Graffiti ovunque, anche oltre il buonsenso.

Un danno enorme per le casse pubbliche esposte a diverse migliaia di euro per operazioni di ripulitura della pietra leccese, che necessita, per tornare a brillare, di specifici e delicati trattamenti, ma che sono urgenti da fare per evitare lo spettacolo all’arrivo delle quotidiane frotte di turisti che raggiungono vicoli e corti barocche per scattare foto ricordo.

Dunque è un nuovo momento critico per le incursioni dei graffitari nel centro storico, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che pur in presenza di una rete diffusa di telecamere, è anche difficile riprenderli e sorprenderli in quanto entrano in azione nottetempo. Gli occhi elettronici delle telecamere sono certamente utili.

Però alla città serve far nascere ed attivare la figura del vigile di quartiere che, a contatto quotidiano con gli abitanti può venire a conoscenza dei problemi e trovare le soluzioni valide e risolverli, anche con una più incisiva attività notturna.

Foto di Matteo Bimonte