Domenica 17 marzo, al Teatro van Westerhout, la cantante inglese, regina del «white soul», sarà l’ospite speciale dell’Agìmus
MOLA DI BARI – Voce sensuale e sofisticata, Sarah Jane Morris è l’ospite speciale dell’Agìmus, domenica 17 marzo (ore 19.15), al Teatro van Westerhout di Mola di Bari, dove si esibirà accompagnata dal Maurizio Di Fulvio Group. Un critico londinese tempo fa invitava a lasciare a casa i preconcetti introducendo la cantante britannica, artista che spazia dal rock al blues, dal jazz al soul con un’estensione di quattro ottave. Una voce che fa letteralmente venire i brividi, quella della «rossa» di Southampton, tra le regine del «white soul» di marca inglese nella quale alcuni all’inizio avevano sentito Sarah Vaughan e Billie Holiday, altri Macy Gray ed Erykah Badu. Ma lei, che si ritiene più figlia di Nina Simone e Janis Joplin, si sente semplicemente Sarah Jane Morris.
Fu Jimmy Somerville a lanciarla con i Communards ai tempi della hit «Don’t Leave Me This Way», a metà degli anni Ottanta, quando la cantante inglese divenne famosa per una versione, poi censurata, del classico «Me and Mrs Jones», brano che non poteva mancare nella scaletta pensata per l’Agìmus. Tanti gli omaggi previsti, a Nick Cave con «Into My Arms», a John Martyn con «Couldn’t Love You More», a Sting con «Fragile», a John Lennon con «Imagine», e poi a Tracy Champan con «Fast Car» e così via, sino ad arrivare a Pino Daniele e alla sua «Alleria». Pezzi che Sarah Jane Morris piegherà alla propria prepotente cifra personale, dalla quale è esclusa ogni possibilità di «imitazione» passiva.
Cantante dalla voce tellurica che è voce dell’anima, Sarah Jane Morris ha ottenuto i suoi più grandi successi oltre che in Gran Bretagna (con una serie di concerti diventati leggendari al Ronnie Scott’s Club), in Giappone, Germania, Grecia e, soprattutto, in Italia, dove ha anche collaborato con Riccardo Cocciante, Cristina Donà e Noemi. Ma vanno ricordati in particolare i featuring con gli Eurythmics, Avishai Cohen, l’iraniana Mahsa Vahdat, Paul Simon e i sudafricani Ladysmith Black Mambazo, oltre che con i Communards con cui esplose sulla scena internazionale. E questo concerto rappresenta un po’ la summa di una carriera internazionale costruita su tre importanti pilastri: una straordinaria espressività, un grande carisma e una voce calda e profonda tutta british, intorno alla quale Maurizio Di Fulvio, chitarrista classico, ha organizzato una formazione comprendente il chitarrista elettrico londinese Tony Remy e una ritmica costituita dal contrabbassista Ivano Sabatini e dal batterista/percussionista Davide Marcone.