Il ‘secondo paesaggio’ dello spettacolo andrà in scena dal 19 al 21 giugno con attori detenuti e non
BARI – All’Istituto penitenziario minorile ‘N. Fornelli’ di Bari detenuti attori e non in scena con lo spettacolo Che mondo è, questo. Dopo il debutto a dicembre, la Compagnia Sala Prove – nata dall’omonimo progetto di Teatri di Bari che da oltre 25 anni viene curato all’interno del carcere minorile da Lello Tedeschi – replica con il ‘secondo paesaggio’ dello spettacolo mercoledì 19, giovedì 20 e venerdì 21 giugno alle ore 20.30.
“Il punto di partenza della nostra ricerca drammaturgica e scenica, avviata a settembre del 2023, è stato un testo di Tonino Guerra scritto per il film Nostalghia, di Tarkovskij – racconta Tedeschi, che cura la drammaturgia e la regia dello spettacolo, con la collaborazione artistica di Piera Del Giudice – voce di un “matto”, di un “ammalato” che si domanda quale mondo sia questo, consapevolmente sull’orlo di una catastrofe planetaria, o almeno con scarse promesse di futuro. Ci siamo chiesti se e come dovremmo o potremmo rimetterci in cammino e abbiamo realizzato il “primo paesaggio” con cui a dicembre abbiamo presentato al pubblico la prima traccia scenica di questa ricerca. Abbiamo poi continuato e incontrato, tra diverse suggestioni, Il grido, di Antonio Moresco, analisi spietata della nostra condizione e voce per un tentativo di rivolta, un appello all’umanità, un’invocazione a cercare forme nuove per uscire dalla trappola di questo suicidio di specie in atto. E siamo quindi arrivati a un “secondo paesaggio”, un nuovo studio in cui la domanda di partenza – che mondo è, questo – ha trovato drammaturgicamente posto nella “teatralità”, nel gioco puro e infantile dell’attore che proprio in questo gioco cerca le risorse per reagire alle contraddizioni di questa nostra esistenza decisamente in bilico”. Ne nasce così un “atto di resistenza per una diversa consapevolezza del nostro stare al mondo, rimettendoci in cammino a partire dalla cura dei nostri desideri e delle nostre mancanze, intrappolati come siamo, ormai, in schemi indotti che subiamo e che non ci appartengono”.
Lo spettacolo è interpretato da Vito Campobasso, Emanuela Daniele, Martina Giannini, Giorgia Lobuono e dai detenuti attori della Sala Prove. Rientra nel progetto Per Aspera ad Astra – come riconfigurare il carcere con la cultura e la bellezza.
L’evento è a ingresso gratuito, con posti limitati: obbligatoria la prenotazione inviando via mail una copia del documento di identità all’indirizzo mail botteghino@teatrokismet.it entro e non oltre mercoledì 12 giugno. Per informazioni si può chiamare il numero 335 805 22 11.