Il servizio rivolto ai minori di 50 famiglie fragili della città riprende in modalità 2.0
BARI – L’assessora al Welfare Francesca Bottalico rende noto che è ripreso ieri, dopo la sospensione legata alla gestione della piena emergenza Covid-19, il servizio Home maker mirato a favorire la permanenza dei minori nel loro ambiente familiare attraverso il coinvolgimento dell’intero nucleo in un processo di accompagnamento funzionale a contrastare i fenomeni di abbandono psico-fisico o di maltrattamento.
“Nella cosiddetta fase due è importante investire in maniera ancora più ampia, come assessorato al Welfare, nella tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti, a partire dalla riattivazione di tutti i servizi educativi e, in particolare, di quelli rivolti ai bambini e alle famiglie vulnerabili in nuove forme di erogazione al fine di assicurarne il pieno sviluppo ed evitare che l’emergenza Covid incida ulteriormente sulle diseguaglianze sociali ed educative. In particolare, da oggi ripartono i servizi di educativa domiciliare in modalità 2.0 – commenta Francesca Bottalico -, collaudando il sistema già sperimentato nelle settimane di sospensione in cui gli operatori hanno scelto comunque di non far mancare il proprio supporto alle famiglie seguite. Home maker 2.0 è stato perciò strutturato in modalità sistemica attraverso l’utilizzo di piattaforme digitali che consentono la prosecuzione delle attività di sostegno scolastico, sostegno psico-educativo, supporto alla genitorialità, raccordo con le agenzie scolastiche e socio-sanitarie, verifiche con il servizio sociale, incontri di rete con i professionisti coinvolti.
Non solo: per i nuclei in particolari difficoltà economiche è prevista la consegna di un tablet con scheda di connessione in comodato d’uso gratuito, in modo che l’emergenza sanitaria ancora in corso non aggravi la condizione di isolamento che rischia di aggiungersi alle dimensioni povertà, disagio, fragilità e mutiproblematicità vissute dalle famiglie prese in carico“.
Destinatari del servizio Home maker sono 50 nuclei familiari in cui i genitori non sono in grado di accudire adeguatamente i propri figli.