Bari

A Bari lo stress olfattivo peggiora la qualità della vita

Finestre chiuse per la puzza e costretti a consumare energia per l’accensione dei climatizzatori

BARI – Da tempo a Bari le emissioni di odori molesti vengono seguite dai volontari del Circolo Legambiente Eudaimonia Bari. I soci seguono un monitoraggio dalle proprie residenze baresi sparse nei vari quartieri della città e a queste si aggiungono le indicazioni ricevute dai cittadini.

Ma le segnalazioni frequenti – afferma Roberto Antonacci presidente del Circolo – provengono dai quartieri a nord della città: San Paolo, Stanic, Palese, Fesca, San Girolamo, San Cataldo e alcune zone del Libertà. Tutto è influenzato dal moto dei venti che di notte si dirigono verso il mare e capita di sentire ogni tanto nell’aria un lezzo di uova marce o pesce avariato. Il responsabile è sempre l’uomo.”

D’estate diventa un dramma: “durante la notte finestre chiuse per la puzza e costretti a consumare energia a causa dell’accensione dei climatizzatori” così la lamentela ricevuta da un cittadino disperato.

In città la presenza di odori sgradevoli è abbastanza frequente e può essere legata a particolari condizioni climatiche o atmosferiche che si manifestano saltuariamente. Le ipotesi che abbiamo avanzato tramite il nostro monitoraggio olfattivo è che le maleodoranze provengano probabilmente da diversi siti quali fonderie locali, spazzatura organica, impianti per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti solidi urbani e altri impianti produttivi.

Al danno di peggiorare la qualità della vita si aggiunge il rischio di deprezzamento delle abitazioni nella zona interessata dai fenomeni.

Appare auspicabile ed urgente un intervento da parte di tutti gli Enti locali per risolvere la criticità, senza aspettare che intervenga l’Autorità Giudiziaria nei confronti di uno o più insediamenti produttivi. Infatti, in casi analoghi, si è incappato nella configurazione del reato di molestie olfattive anche nell’ipotesi di impianto munito di regolare autorizzazione. Pertanto le emissioni odorigene in atmosfera, a prescindere dall’aver superato o meno i limiti consentiti per legge, si potrebbero evitare adottando le buone pratiche di settore ed utilizzando puntuali accorgimenti tecnici – conclude Antonacci.

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