Altro che negazionisti, sono “Negozionisti” e sostengono i negozi di vicinato

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L’ultima idea di Renato Manni che si batte per gli acquisti sotto casa: «A Natale compriamo in prossimità e torniamo alla cordialità e cortesia»

LECCE – Ricordate il commerciante di Racale, in provincia di Lecce, che subito dopo il primo lockdown (maggio 2020) applicò fuori dal suo negozio un grande cartello verde che invitava la cittadinanza ad effettuare gli acquisti presso i piccoli commercianti di vicinato e di quartiere? Ora è tornato alla carica, più creativo e forte che mai.

Renato Manni, questo il nome dell’imprenditore salentino, ha attivato un gruppo Facebook per allargare in tutta Italia il suo appello, ha costantemente pubblicato post e messaggi a favore dello shopping in prossimità e, soprattutto, ha coniato il termine “Negozionisti” (parafrasando i “negazionisti” del Covid-19), per rappresentare tutte quelle persone che ritengono sia importante non far morire i tantissimi negozi di vicinato e le botteghe artigiane, vera ricchezza della cultura e del tessuto economico del Paese.

Il cartello che tanto interesse e attenzione ha sollevato in primavera riportava la dicitura “Non importa se si chiama Danilo, Sara, Marco o Sofia, l’importante è sceglierlo vicino a te. Preferire un negoziante di vicinato é come dare un abbraccio ad un fratello o ad una sorella”. L’imprenditore salentino gestisce un negozio di articoli elettrici e ricambi per elettrodomestici in via Gallipoli, avviato dalla madre, Teresa Simeone, oltre 40 anni fa.

«Questo Natale cerchiamo di fare gli acquisti nei negozi sotto casa, scegliamo anche le botteghe di tanti bravissimi artigiani che vivono e fanno vivere le loro famiglie grazie proprio alle vendite. La mia azione ed il mio appello – racconta Manni – non vogliono essere un invito a boicottare le grandi catene multinazionali o gli acquisti online (io stesso gestisco due siti e-Commerce), ma solo a dedicare parte degli acquisti anche ai piccoli commercianti, mai come ora così penalizzati. Magari su dieci acquisti, facciamone la metà nel paese di residenza o nei paesi limitrofi, torniamo al calore umano, alla cortesia e alla cordialità degli acquisti in presenza. Questo – conclude – potrebbe aiutare molto e significherebbe aiutare un ‘fratello’ o una ‘sorella’».