BARLETTA – Sono finalmente ripartiti i lavori per completare la riqualificazione strutturale e funzionale dell’edificio risalente al XV secolo fra via Manfredi e via Mura del Carmine che, nel tempo, ha ospitato il complesso monastico di San Lazzaro con l’ospedale dei lebbrosi, poi passato ai frati Celestini, e in seguito diventato una postazione militare, la caserma “Stennio”, destinato a diventare la sede dell’archivio di Stato di Barletta.
La storia nella storia, insomma, un archivio documentale ricco e importante in un luogo che trasuda avvenimenti, pagine dolorose e vicende cruciali del passato ma sempre vive nella memoria collettiva.
L’edificio, costruito nel 1185 e da 30 anni in stato di abbandono, entro l’estate del 2021 potrà tornare fruibile.
“Il grande merito di questa Amministrazione comunale – ha detto il sindaco Cosimo Cannito – è stato quello di avere, con faticosa insistenza, cercato e voluto, nonostante gli ostacoli che la burocrazia non ha lesinato di mettere in campo, il migliore accordo con il Demanio statale”. “A causa, infatti, di intricate e confuse vicende storiche e documentali – ha spiegato il primo cittadino – non era possibile stabilire la proprietà delle diverse parti che compongono il luogo e l’immobile. Tale ripartizione, che ha sancito e stabilito i confini patrimoniali di Comune e Demanio, è stata oggetto di un accordo fra le parti che ha fatto seguito a una delibera del Consiglio comunale del marzo 2019, rimuovendo definitivamente l’ostacolo al compimento dei lavori, finanziati dal Ministero per i Beni e le Attività culturali.
“Questo è un passo importante per la rivalorizzazione del patrimonio storico, architettonico e culturale della città – ha detto il sindaco Cosimo Cannito – fortemente voluto e raggiunto da questa Amministrazione comunale e che non sarebbe stato possibile senza la determinazione e lo smisurato amore per questo progetto e per la cultura e il patrimonio culturale di Barletta del Direttore dell’Archivio di Stato di Bari e responsabile della sezione di Barletta, Michele Grimaldi, che ringrazio pubblicamente per nome e conto dell’intera città”.
“Oltre a promuovere la riqualificazione urbana di quel quartiere – ha concluso il primo cittadino – l’Archivio di Stato sarà anche aggregatore culturale e sociale e ospiterà al suo interno spazi adibiti ad aule studio e sale lettura a disposizione degli studiosi e appassionati che in quel luogo troveranno documenti antichi e importantissimi, fonte di studio e occasione di conoscenza”.
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