BARLETTA – Sono state assegnate dalla Commissione giudicatrice del concorso, bandito dall’Associazione del Centro Studi Normanno-Svevo, quattro borse di studio per l’attività di ricerca in “Storia della città di Barletta” nell’ambito dell’omonimo progetto promosso dal Comune di Barletta e dalla stessa Associazione.
La Commissione, dopo aver esaminato le candidature dei progetti di ricerca, espressione dell’interesse verso la storia della città di Barletta da parte di giovani storici, diplomatisti e archeologi dell’arte provenienti da diverse Università italiane (Bari, Napoli “Federico II”, Pisa, Roma Sapienza, Salento), ha valutato meritevoli di assegnazione le proposte presentate dai dottori Francesco Nocco, Anna Surdo, Michele Pellegrino e Andrea Casalboni.
Francesco Nocco ha presentato un progetto dal titolo” Un archivio diplomatico. Due ‘nuovi’ quaderni di lavoro di mons. Salvatore Santeramo di Barletta”. Il fondo Santeramo, tra quelli del novecento, costituisce uno dei fondi archivistici più importanti per lo studio della storia medievale e moderna della città. Le carte, disperse in parte dopo la morte del celebre canonico barlettano, curatore, tra le altre cose, del Codice Diplomatico della città, sono state ritrovate presso l’Archivio cappuccino di Santa Fara a Bari. Il piccolo fondo è costituito da due quaderni di trascrizioni di documenti provenienti dalla serie dei Registri della cancelleria angioina, persi durante la Seconda Guerra Mondiale, e del notaio della fine del secolo XV Giacomo Santoro. Il progetto prevede una edizione delle carte, dalle quali ci si aspetta di reperire importanti informazioni inedite sulla storia del Tre e Quattrocento barlettano e non solo.
Anna Surdo ha presentato un progetto dal titolo “I reperti metallici di Canne della Battaglia: dallo scavo alla catalogazione”. La giovane archeologa lavorerà su alcuni materiali metallici conservati presso i depositi dell’Antiquarium di Canne della Battaglia, con l’intento di ordinare e classificare le informazioni in modo da ottenere una catalogazione degli stessi funzionale a un miglioramento delle nostre conoscenze sulla vicenda della cittadella fortificata ofantina.
Michele Pellegrino ha presentato un progetto dal titolo “Archeologia dei paesaggi e dinamiche culturali insediative tra Preistoria e Protostoria a Barletta”. Il progetto, attraverso l’integrazione delle conoscenze acquisite con i dati provenienti dalla campionatura ragionata di materiali archeologici frutto di ricerche pregresse, intende analizzare le più antiche fasi di frequentazione del comparto territoriale in età preclassica, comprese tra preistoria e protostoria, con particolare attenzione alla fascia costiera adriatica e alla premurgia. L’intento del lavoro è, tra le altre cose, ottenere un dispositivo utile alla pianificazione urbanistica e territoriale sia per l’implementazione della Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia sia per sostenere la consapevolezza diffusa della comunità cittadina in ambito paesaggistico e ambientale.
Andrea Casalboni ha presentato un progetto dal titolo “Edizione del processo per la reintegra nel Regio Patronato della chiesa arcivescovile di Nazareth Canne e Monteverde (1786)”. Il progetto intende lavorare sul corposo fascicolo conservato presso il fondo Cappellano Maggiore dell’Archivio di Stato di Napoli in funzione della produzione di una edizione critica del documento, di grande rilevanza per la storia non solo ecclesiastica della città. Nel “processo” infatti sono trascritti documenti datati tra il 1105 e il 1461 e dunque di grande interesse per la formazione e la istituzione della diocesi nazaretana in città.
Secondo la Commissione tutti i progetti si misurano con la ricchezza e la complessità della storia della città di Barletta e del suo territorio nelle sue diverse articolazioni. Per questo ha auspicato che questa attenzione possa essere rinnovata e approfondita anche in occasione della prossima selezione pubblica. Sottolineata, infine, l’importanza della misura di sostegno allo studio e alla ricerca adottata dal Comune di Barletta e dall’Associazione del Centro Studi Normanno-Svevi in particolare in un momento così difficile per il Paese.
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