Monastero del 3° Millennio – ex Convento dei Cappuccini, via Reali di Bulgaria, Mesagne
MESAGNE (BR) – Nell’ultimo comma dell’art. 118, la nostra Costituzione riporta che: Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per svolgere attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.
Basterebbe già questo per sentire il dovere e la forte motivazione etica e sociale, per proteggere un ente come l’ISBEM che è nato per la lungimiranza di pochi, ha avuto un’infanzia difficile, ha quasi superato l’adolescenza ed esprime oggigiorno – grazie a molte persone del territorio – capacità operative, innovative ed occupazionali. Sempre nella Costituzione, e in leggi approvate, si afferma che i cittadini, singoli o associati, possono avere lo stesso ruolo delle pubbliche istituzioni nel perseguire il bene comune e gli interessi generali.
Di fatto, la Costituzione italiana non solo riconosce un diritto ai cittadini ma stabilisce anche un dovere per le istituzioni che devono sostenere i cittadini e favorirli in questa funzione sociale. Per secoli, quest’ultima è stata a loro preclusa. Per il Salento tutto, la Puglia e il Mezzogiorno, l’ISBEM rappresenta un caso di studio (ci sono già state tesi di laurea e di dottorato) ma anche un’opportunità reale di sviluppo, innescata dalla lungimiranza di chi firmò l’atto costitutivo – in rappresentanza degli enti che presiedevano – e destinò le prime risorse con illuminata generosità: Mario CAMPA, Gino RIZZO, Giovanni SEMERARO, Domenico LAGRAVINESE e Paolo CAVALIERE.
Poi, che l’ISBEM sia sopravvissuto fino ad oggi – nonostante varie tempeste legate all’umana insipienza (il sistema Cittadella della Ricerca, culla dell’istituto, dilaniato da illogiche battaglie politiche nazionali), la crisi finanziaria, errori di reclutamento e di investimento, -, etc. – si deve alla dedizione e alla resilienza di molti, fra ricercatori, tecnologi, amministratori, nonché alla generosità di vari benefattori. Va a merito dell’ISBEM, e pertanto a merito di molti giovani e senior del territorio, la capacità di aver generato una scala di valori che si diffonde per osmosi non solo nel mondo scientifico, ma anche nelle Scuole e fra tante altre comunità del territorio e far singoli cittadini che sono lo specchio vero e riflettono gli sforzi fatti! Come si spiegherebbe altrimenti il successo dell’ISBEM nella classifica del 5×1000 destinato alla ricerca scientifica? Da anni, infatti, ISBEM risulta 1° in Puglia, 3° nel Mezzogiorno e 33° in Italia, fra i 420 destinatari, di cui molti blasonatissimi!
Fondato 19 anni fa come istituto senza scopo di lucro, ISBEM non ha finalità commerciali né può distribuire dividendi a nessuno, per statuto, se li producesse! Infatti, la sua mission è quella di agire concretamente per migliorare il settore biomedico e socio-sanitario (Pianeta Salute), sia aumentando il tasso e la qualità dei progetti di ricerca (più risultati per il territorio), sia il numero di ricercatori (più occupazione qualificata), sia erogando gratuitamente servizi socio-sanitari (scambio di buone pratiche, aiuto ai più deboli e quindi più salute su larga scala).
In una società in rapida evoluzione, quale la nostra, ISBEM si pone da piattaforma, multi-istituzionale, inter-disciplinare e multi-culturale, cioè quel che serve al Pianeta Salute oggi universalmente valutato come settore strategico teso a proteggere la salute che è sì un bene individuale, ma soprattutto un bene comune. L’interesse collettivo porta a dire che, in ogni data comunità, la Salute è motore di sviluppo oltre che strumento di giustizia. Nessuna meraviglia quindi se ISBEM, svolgendo appieno la sua mission, spesso appare serenamente sfrontato nel chiedere supporto a tutti: alle Istituzioni, alla Ricerca, alle Imprese, alla Cittadinanza, alle Scuole e al mondo dei Media. Invero, questi attori del progresso dovrebbero collaborare sempre per la coesione sociale ma anche per introdurre innovazioni con la ricerca. Oltre all’auspicio e alla volontà di superare le varie criticità contingenti – emerse pur a fronte di energie inenarrabili profuse in un contesto difficile perché risucchiato da varie priorità – ecco quel che ci si augura per il futuro di ISBEM:
1. Reclutare sempre più giovani, fin dalla scuola superiore, ed avviarli al mondo dell’innovazione, ottimizzando il meccanismo virtuoso del 5×1000 con cui i Cittadini possono favorire gli istituti di ricerca e farli crescere ovunque.
2. Trovare i modi e i mezzi per coprire i costi funzionali di un istituto scientifico, essenziale per il Mezzogiorno, che non ha sussidi pubblici;
3. Aumentare i posti di Dottorato di Ricerca – essenziali per le strategie future su salute ed ambiente, finora finanziati da ISBEM per oltre un milione di €;
4. Produrre salute su larga scala prevenendo attivamente le malattie. Sono in tanti ad usare i programmi ISBEM contro osteoporosi, melanoma, ictus, etc; .
5. Consolidare i Corsi di Orientamento e di Preparazione all’Università;
6. Diffondere fra i Cittadini la nuova cultura della salute, con le Mini Medical School che fanno conoscere sia con le innovazioni che i corretti stili di vita;
7. Internazionalizzare il territorio, per valorizzarne i talenti, giovani e senior che, nel Mezzogiorno, sono proprio tanti e si esprimono con la cultura, la natura, i cibi, l’organizzazione, il modo di produrre salute e benessere, etc.;
8. Fare del Convento Cappuccini in Mesagne un Collegio Universitario per accogliere giovani studiosi italiani e stranieri (www.isbem.it/m3m). Infatti, per valorizzare al meglio la struttura – anche per varie istituzioni pubbliche – l’ISBEM ha sostenuto costi per oltre seicentomila euro, nell’arco di 10 anni;
9. Creare una Fondazione di Comunità per infrastrutturare il capitale sociale, con coraggio e con una strategia tesa a un futuro migliore anche nel PIANETA SALUTE, mettendo in sinergia i vari protagonisti del progresso sostenibile;
10. Avviare dei percorsi virtuosi per un riscatto sociale, morale e culturale da tempo atteso nel Mezzogiorno, in cui i cittadini costruiscono il futuro con le proprie mani ma in condivisione di intenti con altri cittadini. Una cosa buona e giusta, non solo per se stessi, ma soprattutto per le future generazioni, a mo’ di epigenetica del Bene Comune. Fino a quando una regione come la Puglia può tollerare che duecentomila giovani laureati emigrino negli ultimi 15 anni?
Prof. Alessandro DISTANTE, Cardiologo, già Docente Universitario e Presidente dell’ISBEM
Ing. Vincenzo RIZZO, Ingegnere Biomedico, Project Manager e Vice-Presidente dell’ISBEM
Prof. Paolo CAVALIERE, Fisico, già Docente Universitario e Co-Fondatore dell’ISBEM