BARI – L’assessora al Welfare Francesca Bottalico rende noto che si è tenuta ieri, nella sede alla cooperativa Gea in via Venezia, la prima giornata di formazione rivolta alle nuove 25 famiglie, tra singoli e coppie, che hanno aderito al primo avviso cittadino del progetto di accoglienza in famiglia di minori italiani e stranieri non accompagnati.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato l’assessora Botttalico, il funzionario responsabile del coordinamento Politiche sociali minori e famiglie Francesco Elia e la direttrice esecutiva del Servizio di affidamento familiare dei minori nel Comune di Bari Marianna de Astis, si è parlato del quadro legislativo dell’affido familiare con il giudice onorario del Tribunale per i Minorenni di Bari Mariapia Locaputo e del ruolo del curatore/tutore nel percorso di affidamento familiare, con particolare riguardo alle limitazione della responsabilità genitoriale con l’avvocatessa Maria Rita Blasi, curatrice e tutrice.
Le ulteriori giornate di formazione, dedicate agli aspetti normativi e psicologici dell’affido familiare e di famiglie senza confini e curate da esperti in materia, si terranno il 12 e 26 ottobre prossimi, e saranno dedicate la prima ai soggetti dell’affido familiare (come diventare famiglia affidataria/accogliente, focus sulla famiglie, il rapporto del minore in affidamento con la famiglia di origine nel caso di italiani, tempi, obiettivi finalità del progetto di affido), la seconda alle storie e narrazioni di famiglie e minori coinvolti (stili educativi differenti e metodi educativi efficaci, gestione delle relazioni tra fratelli, il bambino in affido, la famiglia di origine e la famiglia affidataria).
“Siamo soddisfatti e contenti dell’entusiasmo e dell’adesione di tante famiglie, arrivate anche dalla provincia e da altre città pugliesi, in risposta al primo avviso pubblico per accogliere in famiglia, per alcune ore o in forma residenziale, minori italiani e migranti della nostra città, attualmente in accoglienza presso le comunità o perché a rischio di istituzionalizzazione a causa di provvedimenti giudiziari a carico della famiglia di origine – commenta Francesca Bottalico –. Un progetto rivolto non soltanto ai tanti minori che quotidianamente accogliamo e sosteniamo, ma anche ad ogni singolo adulto e all’intera comunità. Un’esperienza educativa e una sfida culturale partita con la prima sperimentazione di Famiglie senza confini che negli anni è diventata un modello replicato da tante città italiane e inserita in diversi progetti nazionali ed europei. Siamo sicuri che tante delle nuove famiglie e adulti coinvolti potranno a breve avviare un’esperienza di accoglienza anche alla luce del crescente desiderio dei minori di poter ricominciare o continuare il proprio percorso di crescita nella relazione intima e profonda che si instaura in un contesto familiare“.
Il progetto di affidamento previsto dall’assessorato al Welfare, può essere di diverse tipologie:
a) affidamento di uno o più minori (residenziale);
b) diurno (alcune ore della giornata);
c) progetto di accoglienza Famiglie Senza Confini, progetto di accoglienza in famiglie italiane per minori e neomaggiorenni stranieri non accompagnati.
L’affido familiare, che si affianca al progetto Famiglie senza confini, è il servizio attraverso il quale un minore, allontanato dalla propria famiglia a causa di difficoltà temporanee, viene accolto da un altro nucleo familiare (preferibilmente con figli), o da una persona singola, idonei ad offrire adeguate risposte alle sue necessità di educazione, istruzione, accudimento e tutela. L’affido fornisce aiuto e sostegno al minore e alla sua famiglia di origine, al fine di favorire la deistituzionalizzazione ed evitare l’inserimento dei minori in strutture residenziali.
L’affidamento familiare può essere consensuale, cioè disposto dai servizi sociali con il consenso della famiglia d’origine e affidataria con esecutività del Giudice Tutelare, per la durata massima di 24 mesi, o giudiziario, disposto dal Tribunale per i Minorenni, sia in assenza del consenso dei genitori, sia in favore dei minori in situazioni di pregiudizio.
Le principali tipologie dell’affido si distinguono in :
· affidamento residenziale etero familiare: accoglienza di un minore in difficoltà familiare presso una famiglia, anche monoparentale. Ogni famiglia affidataria potrà avere in affidamento non più di due minori, salvo eccezioni particolari di fratelli, che si ritiene opportuno rimangano uniti;
· affidamento residenziale intra familiare: accoglienza di un minore da parte di parenti entro il quarto grado;
· affidamento part time: intervento, sia etero che intra familiare, di sostegno alla famiglia e al minore per alcuni momenti della giornata o della settimana. Può essere diurno, notturno, per alcuni giorni della settimana o solo per le vacanze.
Nel caso di minori stranieri non accompagnati l’accoglienza segue il progetto “Famiglie senza confini” e permette l’accoglienza di minori privi di una rete familiare nel nostro Paese in sinergia con le strutture di accoglienza.
Si ricorda che possono aderire al progetto di affido le coppie di fatto o coniugate, con o senza figli, e le persone singole maggiorenni presentando l’istanza, corredata da una copia del documento d’identità del/i firmatario/i, su apposito modello, scaricabile sul sito online del Comune di Bari oppure disponibile presso le sedi dei Municipi e della ripartizione Servizi alla Persona, da trasmettere all’indirizzo PEC minoriefamiglie.comunebari@pec.rupar.puglia.it (è possibile inviare anche da email non certificata), con intestazione “Candidatura ad avviso pubblico – famiglie e adulti accoglienti”.
La domanda può essere presentata in qualsiasi momento dell’anno e l’aggiornamento di nuove iscrizioni nell’Albo sarà effettuata semestralmente, previa valutazione delle richieste pervenute entro le seguenti scadenze: 30 giugno e 31 dicembre di ogni anno.
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