Appuntamento per domani
BARI – Domani, sabato 1 dicembre, nella galleria Spaziogiovani, in via Venezia 41, alle ore 18.00, si terrà il vernissage della mostra “C’era una volta” di Gaia Velli & Mario Ricci, a cura di Mimma Sardella. La mostra rientra nel progetto “Once upon a time” dell’artista e fotografa Gaia Velli. Il progetto, nato nel novembre 2017, parte dall’esigenza di far rivivere i luoghi dell’abbandono attraverso scatti fotografici a cui accostare, anzi sovrapporre, l’arte pittorica del passato.
La mostra sarà aperta fino al 16 dicembre, dal lunedì al venerdì, dalle 18.00 alle 20.30, sabato e domenica dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 20.30.
Once upon a time
Far rivivere i luoghi dell’abbandono attraverso scatti fotografici significa personalmente assaporare una nuova avventura:scoprire nuove connessioni fra l’Arte e l’Obiettivo.
Parte da qui un percorso artistico che accosta, anzi sovrappone alla fotografia del presente l’arte pittorica del passato.
La desolazione, l’incuria, il caos dei siti abbandonati costituiscono in questo progetto una base operativa, come la tela per i colori dell’artista che poi si accinge a dar vita a paesaggi o personaggi tracciati dal suo pennello. I personaggi di Gaia Velli si sovrappongono sulla foto come dettagli vitali tratti dal dipinto. L’occhio del suo obiettivo si concentra sui siti caratterizzati dalla fredda e inesorabile devastazione delle macerie, delle mura diroccate, dei cocci di oggetti un tempo utili alla vita di chi ci abitava, di stanzoni freddi e ricolmi di frammenti di materiali serviti per la vita produttiva che si svolgeva in quei luoghi. Su tale desolazione cristallizzata in un fermo immagine, l’idea progettuale è quella di soffiare un nuovo alito vitale, collocando in sovrapposizione figure umane ritratte in atteggiamenti di vita quotidiana sottratte al dipinto artistico di cui costituivano opera d’arte.
Arte e Fotografia così si incontrano in un percorso creativo, allacciando un rapporto nuovo, come una finestra che si apre dal passato al presente, o viceversa, in un connubio di arte e tecnologia per raccontare di un’antica umanità che danza, che riposa, che si racconta o che lavora… in una entropia di luoghi dove la furia della devastazione e del tempo che scorre in fretta ha cancellato l’armonia e il colore della vita proponendo una sua lettura nuova dello scorrere tranquillo e lento del tempo. Sono i personaggi dell’arte pittorica a soffiare quell’alito di vitalità rigenerante sullo sfondo fotografico decadente, proprio come la mamma e la bimba che comunicano sull’uscio di un casolare sporco e dismesso; oppure il cielo stellato di Van Gogh, che illumina lo squallido interno di un laboratorio industriale; o ancora il cavaliere e la dama che leggono poesie e rinnovano il loro tacito patto d’amore e di tenerezza, sulla soglia di un deposito diroccato ed invaso dalle erbacce…
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