Bari, “Anfitrione”: l’11 e il 12 marzo 2023 al Kismet

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Lo spettacolo è una riscrittura di Teresa Ludovico della commedia plautina. Le vicende di uomini e divinità per raccontare il duello tra identità e ruolo sociale

BARI – Dall’antica Tebe a un Sud bollente e schizofrenico, per raccontare un tema contemporaneo nel 206 a.C come ai giorni nostri: il rapporto tra identità e ruolo sociale. È il fil rouge da cui muovevano le vicende di un doppio mondo – umano e divino – nell’Amphitruo di Plauto; che tornano sul palcoscenico del Teatro Kismet di Bari nel week-end nello spettacolo con regia e drammaturgia di Teresa Ludovico.

Anfitrione, produzione Teatri di Bari che da sempre ha riscontrato un grande apprezzamento di pubblico, sarà in scena sabato 11 marzo alle ore 21 e domenica 12 marzo alle ore 18, nel nuovo appuntamento della Stagione ‘Sconfinamenti’. Nella pièce Giove, dopo essersi trasformato nelle più svariate forme, decide per la prima volta di camuffarsi da uomo, assume le sembianze di Anfitrione e lo allontana da casa per giacere con sua moglie Alcmena, e generare con lei Ercole, il semidio… Da questo preambolo si generano le domande che, come 2000 anni fa nell’opera del commediografo latino, emergono in scena: Chi sono io se non sono io? Quando guardo il mio uguale a me, vedo il mio aspetto, tale e quale, non c’è nulla di più simile a me! Io sono quello che sono sempre stato? Dov’è che sono morto? Dove l’ho perduta la mia persona? Il mio me può essere che io l’abbia lasciato? Che io mi sia dimenticato? Chi è più disgraziato di me? Nessuno mi riconosce più e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono!

E così, con un gioco vorticoso di scambi, di scherzi, di falsi e di malintesi, emerge il duello tra identità e ruolo sociale, nel caos di una coralità multiforme composta dai sei attori in scena – Michele Cipriani, Annarita Ferraro, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola e Giovanni Serratore – che si muovono sul palco guidati dalle musiche del maestro Michele Jamil Marzella e dalle coreografie di Elisabetta Di Terlizzi. Non a caso fu proprio Plauto a inventare il termine ‘sosia’, non nell’accezione moderna di persone con grande somiglianza fisica, ma in quella di appropriazione dell’identità grazie alla persuasione e all’inganno. Lo spazio scenico e le luci sono curati da Vincent Longuemare.

Gli spettacoli della Stagione serale 2022.23 del Teatro Kismet partono da un prezzo di 12,50 euro, acquistabili al botteghino del teatro (strada San Giorgio martire 22F, Bari) e sul circuito Vivaticket. Per info si può chiamare il numero 335 805 22 11. Il programma completo di Sconfinamenti è disponibile sul sito su www.teatridibari.it.