Bari celebra il 39° anniversario della morte di Aldo Moro

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Questa mattina l’assessore Maselli alla cerimonia di commemorazione

cerimonia di commemorazione omicidio aldo moroBARI – Su iniziativa dell’amministrazione comunale, in collaborazione con la federazione dei Centri Studi “A. Moro”, si è svolta questa mattina la cerimonia in ricordo del 39° anniversario dell’omicidio del presidente Aldo Moro.

Alle celebrazioni presso il monumento commemorativo, in piazza Aldo Moro, è intervenuto l’assessore alle Culture Silvio Maselli.

La vicenda di Moro – ha dichiarato Silvio Maselli – è inquadrabile sotto tre aspetti. Il primo riguarda la sua vita e il suo magistero straordinario da fine giurista e filosofo del diritto, a capo di una scuola istituita presso l’Università di Bari che oggi porta il suo nome. Ancor prima è stato padre Costituente, antifascista, presidente della FUCI, uomo politico di grande spessore. Il secondo è quello legato alla vicenda brigatista, ancora oggi oggetto di studio e analisi da parte della Commissione parlamentare sulle stragi e sul caso Moro. E il terzo aspetto è relativo al futuro e alla possibilità che il suo pensiero sia percepito nella sua grande vitalità.

Da questo punto di vista la città di Bari rende onore alla memoria di un grandissimo statista e un suo “concittadino” illustre. Moro ha abitato e insegnato qui, dove ha vissuto con la sua famiglia la parte più importante della sua esistenza. Per questo abbiamo dato mandato ai nostri uffici di predisporre un affidamento alla federazione delle associazioni morotee affinché vengano apposte delle pietre d’inciampo nei luoghi principali in cui Moro ha operato in città: le giovani generazioni devono sapere e poter ricordare che quello di Moro è stato, ed è ancora, un pensiero attuale. Se oggi l’Europa continua a essere unita, se ancora oggi possiamo parlare di due popoli e due paesi, nel caso della crisi israelo-palestinese, se ancora oggi parliamo dell’articolo 7 della Costituzione e della separazione dei poteri tra Stato e Chiesa, ciascuno libero nel proprio ordinamento, lo dobbiamo ad Aldo Moro, il cui insegnamento è luminoso e chiaro e deve poterci guidare per le politiche del futuro”.

A seguire, alla presenza del vicesindaco Vincenzo Brandi, è stata deposta una corona d’alloro presso la targa che ricorda l’omicidio di Moro e degli uomini della sua scorta sulla facciata di Palazzo di Città, in corso Vittorio Emanuele.