All’evento, in programma in largo Amendoni, a Bari vecchia, luogo dell’omicidio, hanno partecipato, accanto al sindaco Vito Leccese e ai genitori di Michele, Lella e Pinuccio, i rappresentanti delle autorità civili e militari e delle associazioni che compongono il presidio di Libera Bari coordinato da don Angelo Cassano.
“Oggi sono qui, per la prima volta da sindaco, ed è un’emozione fortissima – ha dichiarato Vito Leccese -, per ricordare l’omicidio di Michele Fazio, una vicenda che ha segnato in maniera indelebile la storia della nostra città e che ha scosso le coscienze di una comunità troppo a lungo inerte di fronte alle logiche di sopraffazione dei clan mafiosi.
Sono qui al fianco di Lella e Pinuccio, dei rappresentanti delle istituzioni territoriali, dei volontari di Libera, per ribadire il nostro impegno a far sì che mai più una famiglia debba piangere la morte di un figlio innocente e che le strade, le piazze e i vicoli della nostra città siano luoghi sicuri, sottratti al controllo criminale.
Credo che ricordare Michele Fazio e quanto accaduto quel 12 luglio del 2001 non debba essere solo un esercizio di memoria ma un esercizio di impegno quotidiano nella pratica dell’antimafia sociale.
Per questo, tra gli impegni che ho preso per il mio mandato alla guida della città, c’è l’istituzione di una commissione speciale all’interno del Consiglio comunale, una commissione che si occupi di antimafia anche attraverso la formazione dei dirigenti e dei dipendenti comunali, affinché l’ente maturi le sensibilità e le competenze necessarie a rendersi immune da qualsiasi tentativo di infiltrazione. Una commissione che si ponga come antenna in grado di monitorare il territorio per individuare le aree a rischio infiltrazione da parte dei clan e che relazioni al sindaco e al Consiglio sugli sviluppi del proprio lavoro, con l’obiettivo di farsi strumento di responsabilizzazione della pubblica amministrazione.
Parallelamente il Comune di Bari continuerà a fare la sua parte nel contrasto all’attività delle organizzazioni criminali nel solco di quanto avvenuto negli ultimi 20 anni con Michele Emiliano prima e Antonio Decaro poi, con la costituzione di parte civile, le competenze dell’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata e con l’impegno qualificato per il riuso a fini sociali dei beni confiscati alle mafie.
L’omicidio di Michele Fazio, 23 anni fa, ha segnato il momento in cui la città si è ribellata a determinate logiche perché Bari, prima di allora, era una città completamente diversa, controllata quasi militarmente dalla criminalità organizzata in alcune zone del proprio territorio. Oggi è una Bari diversa, ma è fondamentale che tutte le istituzioni e tutti i cittadini continuino a tenere alta la guardia rispetto all’attività delle organizzazioni criminali”.
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