Bari, commemorazione del 26° anniversario della strage di via D’Amelio

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decaro alla cerimonia commemorativa della strage di via d'amelio

Presente anche il sindaco Antonio Decaro

BARI – Nel 26° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, questa mattina il sindaco di Bari Antonio Decaro ha deposto una corona d’alloro in viale Falcone e Borsellino.

Oggi ricordiamo il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta, perché di sacrificio si è trattato – ha detto il sindaco -. Quel giorno sia Paolo Borsellino sia le persone che lo accompagnavano sapevano a cosa andavano incontro, eppure non hanno girato la testa dall’altro lato. Lo sapevano perché, pochi giorni prima, era stato assassinato un altro magistrato, Giovanni Falcone, e assieme a lui sua moglie e gli uomini della sua scorta.

La voce di Paolo Borsellino non c’è più, ma momenti come questo servono a ricordare ciò che ha detto e, soprattutto, ciò che ha fatto, perché uomini come lui e come Giovani Falcone sono stati testimoni quotidiani di una straordinaria coerenza, fino alla fine.

Ed è anche grazie a queste manifestazioni, dedicate a quanti hanno sacrificato la loro vita per lo Stato e per far rispettare la legge all’interno del nostro Paese, che continuiamo a sentire risuonare la loro voce. Non è più Borsellino colui che parla ma possiamo ascoltarne la voce nelle parole di tanti magistrati, di agenti delle Forze dell’ordine e di tanti cittadini onesti che, anche a causa di quella tragica stagione di morte, hanno deciso di dire no alla mafia e alla criminalità organizzata assumendo un atteggiamento di dignità e di coraggio, scegliendo di tenere la schiena dritta.

Ieri ho incontrato il ministro della Pubblica istruzione e gli ho presentato un progetto di legge, sostenuto da tutti i sindaci italiani, che prevede l’introduzione non dell’ora di educazione civica ma dell’ora di educazione alla cittadinanza, attraverso la quale i nostri ragazzi potrebbero affrontare in modo diverso i temi legati al rispetto delle regole, al rispetto reciproco, al rispetto del bene comune e lo studio stesso della nostra Carta costituzionale. In questo modo potranno capire quali sono i loro diritti e i loro doveri e magari non avranno meno paura ma sceglieranno di non girare più la testa dall’altro lato, proprio come hanno fatto Borsellino e gli uomini della sua scorta o come fanno, fortunatamente, tutti i santi giorni, tantissimi cittadini nel nostro Paese.

L’incontro di ieri mi ha portato a pensare a tante donne e uomini che si battono ogni giorno per il rispetto delle regole e della legalità in Italia e che, con l’ora di educazione alla cittadinanza, potrebbero avere nuovi alleati.

Questa cerimonia è volutamente sobria, come chiedono i familiari di Paolo Borsellino, perché la sobrietà, la riservatezza, il lavoro duro e senza compromessi sono stati la cifra stessa dell’esistenza di Paolo Borsellino”.