L’incontro si è tenuto la scorsa mattina
“Siamo onorati che il primo forum nazionale sulla portualità e la logistica si tenga proprio nella città di Bari – ha dichiarato Decaro – che si caratterizza sempre più come una delle capitali del Mezzogiorno d’Italia, ponte tra Europa, Balcani e Medio Oriente. Proprio per la sua posizione il porto di Bari è porto core del più lungo tra i Corridoi europei della rotta centrale ( TEN-T), il corridoio SCANMED, che collega i grandi centri urbani della Scandinavia – Oslo, Copenaghen, Stoccolma ed Helsinki – al Mediterraneo, attraversando l’Europa centrale e l’Italia. Questo corridoio rappresenta un asse fondamentale per l’economia europea sia per l’identità delle popolazioni che attraversa sia per la strategicità del collegamento tra l’Europa continentale e la sponda sud del Mediterraneo. Bari è anche il terminale della rete ferroviaria primaria europea, che corre lungo lo stesso corridoio e che vedrà a breve il collegamento tra l’Adriatico e il Tirreno con la realizzazione della linea ad altra capacità Bari-Napoli. In un’ottica di pianificazione europea questa opportunità deve essere sfruttata al massimo con l’obiettivo di far diventare il porto di Bari l’hub di un sistema portuale regionale capace di attrarre ulteriori traffici a servizio e a beneficio dei territori di riferimento. L’area metropolitana di Bari con i suoi 41 Comuni è la quinta città metropolitana d’Italia, la seconda del Mezzogiorno per popolazione. Il suo futuro dipenderà dalla sua capacità di internazionalizzarsi e di aprirsi al mondo. Il tessuto produttivo di questo territorio è variegato e multisettoriale e rappresenta una delle aree di sviluppo industriale più attive e importanti del Mezzogiorno ma anche del bacino dell’Adriatico su cui si affaccia e di cui il porto di Bari costituisce un fondamentale gateway regionale. È intorno a questo scenario internazionale che Bari come capoluogo metropolitano si candida a svolgere un ruolo attivo per la creazione dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico meridionale che, secondo la riforma in fase di approvazione, dovrebbe riunire tutti i porti della Puglia adriatica. Una riforma che richiama direttamente la responsabilità dei sindaci a confrontarsi su un nuovo modello di governance che anche attraverso il nuovo comitato di gestione sia in grado di superare le divisioni territoriali. Abbiamo l’occasione per definire e immaginare insieme un’unica banchina dal Gargano al Salento che tenga insieme in un solo disegno strategico tutti i principali porti della Puglia orientale per dare attuazione alle politiche di sviluppo dei nostri territori in coerenza con la pianificazione europea e in collaborazione con il porto di Taranto che ha esigenze, traffici e un mare diverso dal nostro. Questa è per i nostri territori un’opportunità imperdibile, ed è per questo che ho invitato i sindaci di Brindisi, Monopoli, Manfredonia e Barletta ad un confronto su un nuovo modello di governance, che sia in grado di superare le divisioni di campanile, di supportare strategie unitarie di sviluppo e di evitare gerarchie territoriali ed istituzionali. Nella governance della nuova Autorità le città possono e devono avere voce, portare progetti, integrare mare e territorio, fare sistema.
Occorre riconoscere al porto la sua utilità economica e sociale e migliorarne la performance e allo stesso tempo risolvere il tema della relazione tra porto e città. Credo sia arrivato il momento di aprire i porti alle città e di superare quello sbarramento al mare che vivono molte città cresciute attorno al proprio porto.
In questa direzione si inquadra l’attività dell’amministrazione comunale di Bari svolta in collaborazione con l’Autorità portuale e la Capitaneria di porto, di cui cito alcune delle principali iniziative:
* la realizzazione di una viabilità camionale per collegare il porto con la SS 16, la zona industriale, l’interporto e l’autostrada, per non avere alla fine del corridoio sempre una porta chiusa che impedisce di uscire dalla città;
* l’insediamento, in fregio a detta nuova camionale, di aree retroportuali operative, possibilmente rientranti negli spazi doganali, per trasferire alcune lavorazioni portuali secondarie ma comunque non eliminabili e liberando le banchine per usi più pregiati a supporto dell’aumento dei traffici;
* la realizzazione di un parcheggio “polmone” esterno all’area portuale e collegato con la stessa tramite la camionale come accade in altre città come Ancona;
* il potenziamento delle infrastrutture portuali per consentire in via prioritaria lo sviluppo di traffico passeggeri e merci alla rinfusa;
* la riorganizzazione delle funzioni portuali con eventuale rilocalizzazione di alcuni immobili demaniali per consentire una migliore fruizione degli spazi nelle aree più prossime alla radice della diga foranea.
* la rilocalizzazione dei silos granari in aree portuali più esterne al fine di migliorare lo skyline della città vecchia;
* la modifica della viabilità portuale, assicurando il mantenimento delle piena operatività portuale e l’integrità del circuito doganale e di security, per consentire il ridisegno del lungomare cittadino finalizzato alla creazione del Parco del Castello;
* la creazione di una fascia di interazione porto/città, da realizzarsi utilizzando una porzione delle aree della attuale e della futura colmata di Marisabella oltre che razionalizzando quelle a ridosso del murattiano;
* la realizzazione di un approdo turistico nell’area di San Cataldo, secondo lo studio di fattibilità già predisposto dall’Autorità Portuale che ne prevede la realizzazione all’interno dello specchio acqueo portuale, con completamento di un polo per il diporto per il quale dovrà essere realizzato un secondo accesso al bacino portuale così da aumentare la sicurezza della navigazione all’interno.
Bari è una città di mare, di approdi, di partenze ed ha nel suo codice genetico la vitalità di un mare che porta con sé scambi commerciali e gli echi di altri Paesi e di altre storie. Bari è una grande città del Mediterraneo, per secoli è stata attraversata da popoli e culture differenti, e ha costruito sulla navigazione di 62 marinai, attraverso il Mediterraneo orientale, una delle narrazioni religiose e storiche più suggestive di tutti i tempi.
Bari e la sua area metropolitana, penso non solo al porto di Bari ma anche alle marinerie di Molfetta, Mola e Monopoli, tra le più importanti dell’Adriatico meridionale, hanno costruito una vocazione che oggi diventa una prospettiva strategica.
Per questo motivo ringrazio ancora una volta il ministro Del Rio per aver voluto far partire da Bari questo importante processo di partecipazione, comunicazione e confronto su uno degli asset più importanti della competitività per il nostro Paese”.
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