Bari

Bari, fattori ambientali che impattano sulla vecchiaia

Il Comune partecipa al progetto nazionale di ricerca Idagit

BARI – Il Comune di Bari partecipa al progetto nazionale di ricerca del Ministero della Salute IDAGIT che studia l’invecchiamento della popolazione in Italia e si propone di fornire dati validi sull’impatto che alcuni fattori ambientali modificabili hanno su salute, disabilità, qualità della vita e benessere delle persone. La ricerca nazionale è coordinata dalla Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano.

L’iniziativa, che vede coinvolte le regioni Veneto e Marche e, per la Puglia, i Comuni di Bari, Rutigliano, Ruvo di Puglia e Toritto, è stata presentata nel corso di una conferenza stampa a Palazzo di Città, alla presenza dell’assessore ai servizi Demografici e Statistici Angelo Tomasicchio, da Matilde Leonardi, neurologa coordinatrice del progetto, e da Floriana Denitto, psicologa intervistatrice dell’istituto Besta per la Puglia.

Alla conferenza stampa hanno partecipato il dr. Vito Napoletano, presidente nazionale Gruppo di studio Neurologia del territorio, e il prof. Giancarlo Logroscino, docente del dipartimento di Scienze mediche di base, neuroscienze e organi di senso dell’Università degli Studi di Bari.

Nel corso del progetto IDAGIT verrà somministrato un questionario, che comprende diverse misure sui fattori determinanti della salute e disabilità, realizzato su un campione di 1200 persone nelle tre diverse regioni italiane coinvolte. A fine mese partiranno anche le interviste ai cittadini baresi con l’ausilio di intervistatori formati che si recheranno presso il domicilio dell’intervistato per effettuare la raccolta dei dati. I risultati dello studio verranno successivamente confrontati con due importanti indagini internazionali: il progetto dell’OMS SAGE e il progetto europeo COURAGE. Quest’ultimo è stato condotto in Finlandia, Polonia e Spagna, che rappresentano paesi europei ad alto e medio reddito.

Per noi – ha dichiarato Angelo Tomasicchio – è motivo di grande orgoglio ospitare i maggiori esperti neurologi a livello internazionale, che stanno conducendo un progetto, che vede la partecipazione della Puglia come unica regione del Mezzogiorno. Il progetto prevede la distribuzione di questionari statistici nelle case di circa 300 cittadini baresi, 450 persone in tutta la regione. Questa indagine a campione, i cui risultati dovrebbero pervenire all’inizio dell’anno prossimo, ci aiuterà a comprendere come si invecchia, quali sono i fattori che determinano l’invecchiamento stesso e in quale modo questo processo si sviluppa. I dati saranno utilizzati dall’amministrazione per analizzare la qualità della vita nel nostro contesto urbano. Penso ad esempio ai fattori ambientali ai quali il cittadino è esposto, ma anche alla qualità delle strutture sanitarie del territorio e delle cure. Il nostro obiettivo è capire, in definitiva, se la qualità dell’attività amministrativa e istituzionale preposta alla tutela della salute pubblica risponda o meno ai bisogni degli ammalati. Sarà poi nostro compito adoperarci e porre in essere le attività di welfare necessarie per aumentare l’aspettativa di vita dei baresi”.

“È molto importante per noi – ha dichiarato la dottoressa Leonardi – la partecipazione delle istituzioni locali al progetto Idagit. L’indagine, più che sull’analisi delle patologie, parte dall’analisi dei condizionamenti ambientali capaci di modificare la qualità della vita degli individui: il dialogo con amministratori e politici è fondamentale perché a loro competono le scelte fondamentali sulle questioni ambientali e l’impegno a migliorare l’interazione individuo-ambiente. È importante spiegare che il sondaggio punta molto sull’aspetto ‘solitudine’ dell’individuo anziano o malato, la sua sensazione di abbandono quando ricorre all’aiuto di una struttura sanitaria: questo è un fattore che, possiamo affermarlo con certezza, riduce sensibilmente la qualità della vita di molte persone e che quindi deve essere valutato con molta attenzione dai servizi sociali dei Comuni”.

“Il problema che attanaglia gli attuali servizi sanitari locali – ha spiegato il dottor Napolitano – è quello della ‘presa in carico’ del cittadino, presso strutture diurne o ricorrendo all’assistenza domiciliare, che possano assicurare, ovviamente in stretta sinergia con gli operatori del servizi sociali, l’appropriatezza del percorso terapeutico e ridurre al minimo l’ospedalizzazione del paziente: questa riflessione esula da ragioni economiche che comunque esistono e vanno tenute in considerazione, perché i costi dei ricoveri ospedalieri a danno della collettività, come si sa, sono molto alti”.

“Le mie ricerche sull’invecchiamento, condotte in tutto il mondo – ha affermato il prof. Logroscino – mi hanno portato alla conclusione che la medicina non è sempre l’unica cura delle patologie, e che ogni malattia non va presa in sé, ma va inserita in un contesto di patologie e fragilità di cui occorre tener conto. Inoltre, la vecchiaia è una sfida perché, ancora di più degli altri pazienti, l’anziano va curato lì dove vive, in un contesto domestico che metta l’ammalato stesso al centro del sistema sanitario. L’indagine Idagit quindi è fondamentale per noi studiosi proprio per l’approccio multidisciplinare alla cura delle malattie che è in grado di garantire”.

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