Bari

Bari, per la “Fontana delle Anfore” un modello restaurato in 3D dal Politecnico

Il Politecnico di Bari ha messo a punto un progetto che  documenta con modelli 3D l’attuale stato di degrado della Fontana delle Anfore e fornisce una ricostruzione in scala, virtuale e fisica, della fontana nel suo stato integro, antecedente agli atti di vandalismo

BARI – Sono stati consegnati questa mattina, a Palazzo di Città, al vicesindaco Eugenio Di Sciascio e all’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso il progetto e il modello in scala stampato in 3D della “Fontana delle Anfore”, il cui originale, situato nei giardini Isabella D’Aragona, versa attualmente in uno stato di degrado: due anfore delle quattro, infatti, non ci sono più, mentre un’evidente lesione mina l’integrità del monumento.

Il Politecnico di Bari, nell’ambito del corso di laurea in Ingegneria gestionale magistrale, “Metodi Avanzati per la stampa 3D e il reverse engineering” ha messo a punto un apposito progetto, “Scansione fotogrammetrica della fontana dei giardini Isabella d’Aragona, modellazione e stampa 3D”, per offrire un contributo al mantenimento della memoria storica e alla valorizzazione dei beni culturali e dei monumenti rappresentativi della storia e della cultura scientifica e ingegneristica della città.

Il progetto – sviluppato presso il dipartimento di Meccanica, Matematica, Management del Poliba dallo studente Salvatore Bonomo con la partecipazione del titolare del corso, Luigi Maria Galantucci, e del tutor, Giorgio Giustizieri – ha consentito di documentare con modelli 3D le attuali condizioni strutturali della Fontana delle Anfore, e, al contempo, di realizzare una ricostruzione in scala, virtuale e fisica, della fontana integra.

Alla cerimonia hanno partecipato il rettore del Politecnico Francesco Cupertino, il direttore del dipartimento di Meccanica Matematica e Management Giuseppe Carbone, il titolare del corso di “Metodi avanzati di Stampa 3D e Reverse Engineering” Luigi Maria Galantucci, l’autore del progetto Salvatore Bonomo e i collaboratori del laboratorio di Prototipazione Rapida e Reverse Engineering del Poliba.

La “Fontana delle Anfore”, progettata nel 1930 dagli ingegneri Vincenzo Danisi e Vincenzo Rizzi, è stata eseguita dall’impresa F.lli Laricchia in pietra di Trani insieme ad altre tre fontane “sorelle” ad esito di un concorso cittadino per la realizzazione di quattro fontane, ubicate nei giardini Isabella D’Aragona, in piazza Eroi del Mare, in piazza Risorgimento e in piazza Madonnella (quest’ultima andata distrutta e sostituita con una fontana moderna).

“Ci fa molto piacere ricevere oggi questo lavoro dal Politecnico di Bari, specie perché si tratta del progetto di un suo giovane laureato – ha detto Eugenio Di Sciascio -. Questo dimostra da un lato l’attenzione del Politecnico nei confronti della città, dall’altro l’importanza della crescente collaborazione tra Politecnico, Università e Comune di Bari. Si tratta di un’osmosi reciproca, capace di far crescere tutti gli enti che in modi diversi hanno a cuore lo sviluppo della città. Questo progetto mette anche in evidenza le possibilità che la tecnologia oggi ci mette a disposizione e che dobbiamo imparare a cogliere, applicandole in concreto come in questo caso”.

“Questo lavoro è un segno del rapporto e della vicinanza che c’è tra il Politecnico e la città di Bari, che ospita la nostra sede principale – ha dichiarato Francesco Cupertino -. Un rapporto che si evidenzia nel comune interesse a preservare il patrimonio storico della città ma anche ad offrire ai nostri giovani talenti l’opportunità di cimentarsi con l’utilizzo delle nuove tecnologie che possono aprire scenari interessanti in chiave di valorizzazione del patrimonio con fini turistici oltre che storico-architettonici. Non solo. Queste nuove tecnologie possono essere applicate anche ad altri settori, come ad esempio l’aerospazio, l’automotive, l’oreficeria, l’industria farmaceutica, e aprire nuovi scenari di sviluppo del territorio”.

“Il lavoro che oggi riceviamo dal Politecnico, insieme allo studio e alla ricostruzione 3D, rappresenta per i tecnici dei Lavori pubblici un preziosissimo aiuto che ci permetterà di avviare un’istruttoria di autorizzazione alla Soprintendenza decisamente ben documentata e quindi di più facile e rapida approvazione – ha continuato l’assessore Giuseppe Galasso -. Questo perché l’intendimento dell’amministrazione è quello di chiudere nei prossimi mesi il progetto di restauro per cantierizzare quanto prima il ripristino della Fontana delle Anfore nei giardini Isabella D’Aragona nella sua totale funzionalità. Presto i cittadini vedranno questa fontana con un cantiere attivo grazie al Politecnico e a tutti coloro che hanno contribuito a fornirci questo importante materiale”.

“Il Politecnico di Bari ha inteso mettere a disposizione i suoi studi e le tecnologie avanzate di reverse engineering e di additive manufacturing impiegate nella ricerca di punta nei nostri laboratori per l’aerospazio, il biomedicale e l’e-mobility a supporto dell’azione delle autorità cittadine, per il miglioramento e lo sviluppo dell’ambiente urbano, per la valorizzazione e il restauro di beni monumentali considerati minori, ma fortemente rappresentativi per la città – ha spiegato Luigi Maria Galantucci -. La Fontana delle Anfore è stata scelta per la sua valenza fortemente simbolica, poiché nel 2019 è stata oggetto di atti vandalici che l’hanno notevolmente danneggiata, compromettendone l’integrità e l’identità storica. La scansione fotogrammetrica dell’opera ha consentito di documentare con modelli 3D il suo attuale stato di degrado e, al contempo, di realizzare una ricostruzione in scala, virtuale e fisica, della fontana nel suo stato integro, antecedente agli atti di vandalismo che ha subito, elaborandone una ricostruzione fedele alla sua condizione originaria, utile a velocizzarne il progetto e l’esecuzione del restauro. Ringrazio l’assessore Galasso per la pronta risposta e l’accoglienza del progetto e spero che i cittadini possano tornare a godere di un bene rappresentativo del patrimonio storico-culturale della nostra città e delle sue opere di ingegneria”.

“Il lavoro di restauro virtuale della Fontana delle Anfore effettuato con tecniche di reverse engineering e fotogrammetria dal gruppo di ricerca del professor Galantucci – ha evidenziato Giuseppe Carbone – è un ottimo esempio delle azioni di trasferimento tecnologico che il Politecnico di Bari mette in atto, affinché le ricerche condotte nei propri laboratori abbiano un impatto sociale utile anche in termini di miglioramento del benessere del cittadino e vivibilità delle città”.

“Oggi siamo qui per donare alla città di Bari un progetto di scansione tridimensionale, ricostruzione digitale e stampa 3D di un modello in scala di questa fontana che ha avuto una storia un po’ travagliata – ha concluso Salvatore Bonomo -. In qualche modo con questo progetto, oltre a voler mettere a frutto tutte le competenze e le risorse tecniche apprese nei corsi di studi universitari, abbiamo voluto dare un segnale a tutta la cittadinanza e anche al Comune di Bari: c’è un Politecnico che investe su attività che, oltre ad avere un aspetto tecnico hanno anche un aspetto valoriale, connesso in qualche modo con la storia e la cultura della città. Sono felice di avere portato uno dei tanti progetti realizzati da tutta una comunità studentesca, che spesso restano nei corsi di studio del Politecnico, un progetto che nasce nelle aule dell’università e arriva nel cuore della città, a Palazzo di Città, per essere consegnato alla cittadinanza”.

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