Bottalico: “Un progetto per favorire esperienze di welfare di comunità, occasioni di incontro e scambi intergenerazionali e interculturali”
L’iniziativa è stata presentata questa mattina, a Palazzo di Città, dall’assessora al Welfare Francesca Bottalico e dagli ideatori del progetto, che si pone l’obiettivo di favorire la riduzione dello spreco di cibo, di sensibilizzare i cittadini sul contrasto alla povertà e di promuovere la redistribuzione degli alimenti attraverso frigoriferi e dispense solidali da collocare in diversi quartieri di Bari. Saranno sistemati in sette spazi chiusi ma aperti al pubblico, in modo tale da consentire a chiunque di lasciare o ritirare cibo commestibile secondo un sistema di regole che permetta di garantire la corretta conservazione dei prodotti, anche grazie alla collaborazione dei volontari che si prenderanno cura del frigorifero e dei beni conservati.
I luoghi scelti sono Impact Hub (presso la Fiera del Levante), Palazzo Ateneo – II ° piano, Zona Franka (in via Dalmazia), Centro aperto per le famiglie “Orizzonti” di San Pio (in via della Felicità), parrocchia San Sabino a Japigia (in via Caduti del 28 luglio 1943, 5), Casa delle Culture al San Paolo (in via Barisano da Trani, 15) e scuola Open Source a Bari vecchia (in strada Lamberti, 16). La collocazione di un frigorifero all’interno delle diverse comunità è finalizzato all’attivazione di iniziative reali di contrasto allo spreco di cibo (come il coinvolgimento degli esercizi commerciali rionali nella condivisione degli esuberi alimentari da collocare nel frigorifero), ma anche alla creazione di momenti di condivisione, convivialità e integrazione interculturale.
“Questa iniziativa scaturisce da un percorso cominciato diverso tempo fa – ha esordito Francesca Bottalico -. Il nostro intento è coinvolgere le varie comunità territoriali per dar vita e vitalità a un progetto che, attorno a questo tema specifico, possa far sorgere dei presidi fissi di incontro e mutuo aiuto. Ovviamente “Frigo solidale” si intreccia con altre progettualità legate alla condivisione dei beni alimentari, alla conoscenza reciproca e al rafforzamento dei legami solidali. Ci auguriamo anche che, al di là della funzione primaria della redistribuzione del cibo nei confronti di quanti sono in difficoltà, favorisca un circuito virtuoso in grado di costruire occasioni di incontro e di promuovere rapporti interculturali”.
“Dobbiamo ringraziare Farina 080 che di fatto ha già una sua piattaforma su cui sviluppare tutto il progetto – ha detto il coordinatore di Frigo solidale e volontario di Kenda onlus Saverio Fanfulla -. Abbiamo pensato di collocare i frigoriferi all’interno di comunità già solide con regole ben stabilite. Intendiamo far sì che tutti possano usufruire dei beni lasciati seguendo comunque la logica educativa secondo cui si può prendere ma si deve anche lasciare qualcosa per gli altri. In fondo, è anche un modo per riunire varie anime di uno stesso contesto sociale: sarà premura dei volontari organizzare momenti conviviali e di incontro, come ad esempio uno show cooking”.
Ogni frigorifero, infatti, svolgerà una funzione orientata al contesto in cui si trova: ad esempio, in alcuni luoghi servirà a sostenere le attività di conservazione degli alimenti raccolti da uno sportello Caritas (è il caso della parrocchia San Sabino), in altri rafforzerà le dinamiche di condivisione del cibo negli spazi di co-working (The Hub), mentre in altri ancora offrirà l’occasione per sensibilizzare la comunità studentesca intorno ai temi della salvaguardia dell’ambiente e dell’integrazione culturale (associazione Link per il frigo collocato nell’Ateneo). In ogni caso saranno programmate delle azioni volte a costruire una comunità solidale che intende farsi carico delle situazioni di bisogno e che è disposta a impegnarsi per diffondere stili di vista sostenibili.
“L’idea nasce in Brasile, che non è proprio un luogo tranquillo, dove i frigoriferi vengono lasciati per strada senza subire danni o atti di vandalismo – ha dichiarato Antonio Spera di Farina 080 -. Anche noi vogliamo considerarli beni che fanno parte della cosa pubblica, che appartengono a tutti. Lo spreco alimentare è il tema centrale della lotta alla povertà e può rappresentare il confine tra il fare delle azioni concrete e rimanere nel solco dello storytelling. Attraverso i frigoriferi solidali, quindi, proviamo a superare la criticità della dimensione fisica con un oggetto reale, in grado di sollecitare i cittadini sulla redistribuzione del cibo e sul tema del foodsharing”.
“Fra 15 giorni saranno collocati i primi due frigoriferi nella parrocchia San Sabino e nel centro comunale Orizzonti a San Pio – ha concluso Antonio Scotti di Farina 080 -. Ogni frigo avrà un proprio responsabile che formerà i volontari in modo che possano occuparsi del progetto. Il 43% dello spreco in Italia proviene dalle attività domestiche, il che significa che abbiamo ancora molto da imparare. Per questo l’iniziativa odierna rappresenta un’opportunità per educarci a redistribuire gli alimenti che altrimenti andrebbero gettati via. E con il “Frigo solidale” è possibile costruire una comunità che produca sia momenti di scambio autentici sia momenti di integrazione”.
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