Nella galleria Misia Arte l’esposizione, a cura di Anna Gambatesa, che delinea un percorso tra opere e pensieri di otto artiste di generazioni diverse
BARI – Si terrà domani, mercoledì 6 marzo, alle ore 18.30, nella galleria Misia Arte, in via Putignani 153, l’opening di “Ho preparato una trappola per Alice”, l’esposizione a cura di Anna Gambatesa che traccia un percorso tra opere e pensieri di otto artiste di generazioni diverse: Ada Costa, Chiara Fumai, Franca Maranò, Fiorella Rizzo, Guillermina De Gennaro, Jasmine Pignatelli, Jolanda Spagno e Ivana Pia Lorusso.
Non una mostra, non un omaggio, non una esposizione,
una possibilità, una visione, un orizzonte, da comporre e scomporre,
intersecare, immaginare.
Una storia delle donne che non finisce.
Opere e pensieri che possono incastrarsi risuonando tra loro.
Un canovaccio artistico tra riflessi e riflessioni.
Concepita come un’indagine aperta sul presente, l’iniziativa vuole riflettere sull’evoluzione del pensiero femminista attraverso differenti tematiche affrontate nel tempo dalle artiste, più o meno impegnate o militanti, Ada Costa, Chiara Fumai, Franca Maranò, Fiorella Rizzo, Guillermina De Gennaro, Jasmine Pignatelli, Jolanda Spagno, Ivana Pia Lorusso, sempre consapevoli che l’arte declinata al femminile diventa, per citare l’art curator Paola Ugolini, “un progetto non solo artistico, ma politico, sociale e di genere”.
All’opening interverranno Christine Farese Sperken, storica dell’arte, Luisa Torsi, collezionista e docente di Chimica Università degli Studi di Bari, Carla Palone, assessora comunale allo Sviluppo economico e Micaela Paparella, consigliera comunale delegata alle politiche di valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città di Bari.
“Ho preparato una trappola per Alice” rientra tra le attività di restituzione previste dal bando Un negozio non è solo un negozio, promosso dal Comune di Bari nell’ambito del programma d_Bari 2022-24 per il sostegno all’economia di prossimità, di cui Misia Arte è risultata tra i vincitori con il progetto “Il giardino di Misia”.