BARI – In occasione del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’assessorato al Welfare promuove l’iniziativa Generare Culture Nonviolente con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza alla condivisione di una cultura non violenta, rispettosa delle donne e delle differenze, contro ogni forma di discriminazione e stereotipo.
L’edizione 2021, realizzata anche grazie a una parte dei fondi del 5×1000 dei contribuenti baresi, porta con sé diverse novità e un ampio programma di appuntamenti con l’intento di tornare a valorizzare le occasioni di condivisione e partecipazione, formazione ed educazione in presenza, nonché di cittadinanza attiva.
La programmazione di quest’anno, a cura del Centro antiviolenza dell’assessorato al Welfare gestito dalla cooperativa sociale Comunità San Francesco, prevede diverse iniziative mirate a coinvolgere in modo attivo e partecipato i cittadini e le cittadine baresi, le organizzazioni e le istituzioni, gli esercizi commerciali e le librerie, nella costruzione di una campagna di sensibilizzazione e comunicazione sociale sui temi della violenza di genere e del contrasto ad ogni forma di discriminazione.
Ad illustrare il programma delle iniziative, questa mattina sono intervenuti in conferenza stampa l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, la consigliera del presidente della Regione Puglia Titti De Simone, il responsabile comunale delle Politiche sociali minori e famiglie Francesco Elia e la coordinatrice del Centro antiviolenza Marika Massara.
“Sono 103 le donne uccise dall’inizio dell’anno – ha dichiarato l’assessora al Welfare Francesca Bottalico –. Una donna ogni tre giorni: 87 sono state assassinate in ambito familiare e affettivo, 60 di loro per mano del partner o ex partner, con un aumento del 2 per cento rispetto allo scorso anno. Tante sono le donne e le ragazze che si sono rivolte al Centro antiviolenza comunale e agli sportelli attivi nelle università, promossi dall’assessorato al Welfare, con picchi di emergenza e richiesta di aiuto proprio nei periodi del lockdown. Loredana, Cristine, Elena, Elisa, Simonetta, Cecilia sono alcuni dei nomi che non dobbiamo dimenticare, perché dietro ogni morte, c’è un nome, una vita, forse una denuncia o una segnalazione inascoltata o non accompagnata, un centro antiviolenza chiuso per mancanza di fondi, un copione educativo che si ripete fin da piccoli, un’incapacità di vivere un fallimento o una separazione.
È su questi aspetti che vogliamo lavorare come assessorato e rete territoriale, affinché il 25 novembre sia ogni giorno, nel nostro impegno istituzionale, professionale, educativo e umano. Quest’anno rilanciamo un programma di azioni, strumenti e percorsi educativi ispirato alle linee guida della Convenzione di Istanbul attivando risorse, competenze e formazione a partire dalla prevenzione, dalla protezione delle vittime, dall’educazione e specialmente dall’empowerment ed emancipazione delle donne affinché possano essere contrastati tutti gli ostacoli, come la dipendenza economica che spesso blocca la fuoriuscita dalla violenza, ma anche ripensando ad una visione più ampia di città e comunità che porti in sé una visione di genere.
A partire da questa riflessione nasce il video documentario, presentato oggi, che racconta le storie, i desideri e le visioni di dieci tra bambine, ragazze e donne baresi che, attraverso una narrazione condivisa, immaginano come potrebbe essere migliorata la città per essere più accogliente, sicura e inclusiva. Per questo la campagna di sensibilizzazione è stata ideata per arrivare nei luoghi vita delle donne, in ogni angolo della città e gruppo sociale e culturale, soprattutto nelle case, grazie anche alla collaborazione di imprese come la rete Coop, Megamark, le pizzerie solidali e le librerie che ci aiuteranno a diffondere i numeri utili. Non mancheranno azioni tese ad aumentare il livello di consapevolezza nella pubblica opinione e nel sistema educativo e formativo sulle radici strutturali, sulle cause e sulle conseguenze della violenza maschile sulle donne, e a promuovere la destrutturazione degli stereotipi alla base della violenza grazie al lavoro che in rete stiamo realizzando con il coordinamento del centro antiviolenza e degli uffici. Nessuna donna deve sentirsi sola. Ogni vittima violenza rappresenta una sconfitta per tutti e per tutte. A noi, uomini e donne, il compito di non lasciarle sole“.
“La violenza ha delle radici culturali – ha proseguito Marika Massara – e per questo abbiamo organizzato una serie di iniziative che attraverseranno diversi contesti cittadini. Riteniamo fondamentale, infatti, agire nei luoghi pubblici, nelle scuole o nelle università, entrare nelle case al fine di contrastare alcuni stereotipi che ancora permeano la nostra cultura, a tutti i livelli. Non ci rendiamo conto che il linguaggio, utilizzato in tanti ambiti, persino quello giudiziario, sia ancora connotato da scarsa attenzione alla diversità di genere e da alcuni retaggi maschilisti.
Spesso le donne fanno fatica a denunciare, in alcuni casi persino a parlare della dimensione della violenza che le riguarda, anche perché una donna che denuncia, come accade sui social, diventa immediatamente oggetto di giudizi che ribaltano la realtà. Di qui l’esigenza di raggiungere il maggior numero di persone possibili, anche attraverso gli sticker che riportano i contatti utili a chi subisce una violenza, per tendere loro una mano e aiutarle a trovare coraggio“.
“Sono molto felice di poter collaborare con la struttura comunale del Welfare sul tema del contrasto alla violenza sulle donne – ha concluso Titti De Simone –. Il focus regionale 2021 ci restituisce dei dati drammatici, aggravati dalla situazione pandemica: mi riferisco alle denunce, alle richieste di aiuto o agli accessi ai centri antiviolenza, numeri che sono raddoppiati e, in alcuni casi triplicati. Purtroppo crescono anche le rinunce di tante donne che, alla fine, scelgono di tornare a casa da chi le ha maltrattate. Certamente è centrale il tema dell’autonomia economica: a tal proposito voglio ricordare che la Regione, negli ultimi anni, ha raddoppiato i fondi destinati ai centri antiviolenza e alle case rifugio, in controtendenza rispetto al panorama nazionale, come pure l’attribuzione automatica del Reddito di dignità alle donne seguite dai centri antiviolenza pugliesi.
Con l’assessora Bottalico continueremo a lavorare sull’Agenda di genere per rendere sempre più efficienti gli strumenti istituzionali a tutela delle donne“.
Nell’ambito della campagna sono state attivate diverse collaborazioni territoriali con la Coop, la rete Megamark, Federfarma e la rete delle farmacie e le pizzerie che distribuiranno, apponendoli su buste e confezioni per la vendita o sui cartoni per l’asporto, gli sticker della campagna di Generare Culture Nonviolente con i contatti utili. Le librerie della rete Bari Social Book, inoltre, consegneranno, per ogni acquisto, una borsa in stoffa la cui illustrazione è stata realizzata da Giuseppe D’Asta proprio per Generare Culture Nonviolente
Centrale nella campagna di sensibilizzazione, in particolare per un approccio attento alle visioni di genere a partire dalla quotidianità, dei desideri e delle aspirazioni delle donne e delle bambine, sarà il videoreportage “Visioni di donne. Visioni plurali” (disponibile a questo link), costruito in questi mesi attraverso interviste e incontri, che a partire da oggi diventerà parte di un laboratorio formativo da diffondere nelle scuole e sui canali social ma anche esperienza narrativa che si tradurrà in spunti per l’elaborazione di un’agenda di genere cittadina. Il video realizzato dalla cooperativa Camera a Sud, promosso dall’assessorato al Welfare e patrocinato dall’ANCI nazionale e dalla Regione Puglia, dà voce a donne diverse per età ed esperienza, che si raccontano e raccontano la città che vorrebbero.
Il 25 novembre, alle ore 17:30, all’angolo tra corso Vittorio Emanuele e via Sparano, si terrà un flash-mob curato dalla rete territoriale e aperto alla cittadinanza, alle scuole e ai centri sociali contro le violenza sulle donne e per la promozione di visioni di genere anche attraverso linguaggi artistici. L’invito rivolto dagli organizzatori è quello di recarsi all’appuntamento con un’opera, una fotografia, una poesia, un libro per lanciare un messaggio contro le violenza sulle donne. Seguirà alle 19, negli spazi del Museo Civico in Strada Sagges 13, l’inaugurazione della mostra-laboratorio “Vite plurali. Vite di donne” con le sedici opere selezionate dalle giurie popolare e tecnica tra le cento inviate in occasione della call for art lanciata poche settimane fa sul tema che ha visto la partecipazione di artiste anche dalla Francia.
In tale occasione sarà inoltre premiata l’opera vincitrice con un buono del valore di 500 euro da utilizzare per l’acquisto di libri presso le librerie della rete Bari Social Book anche al fine di sostenere e contrare le povertà educativa. A tutti i partecipanti alla chiamata alle arti sarà inoltre donata una speciale shopper realizzata per l’iniziativa.
La mostra sarà allestita, inoltre, nelle vetrine delle librerie della rete Bari Social Book che esporranno un’opera ciascuna in modo da diffondere in ogni quartiere la campagna di sensibilizzazione.
Durante l’evento saranno anche donate alcune copie del libro “Non fare la femminuccia”, di Roberto Piumini, che racconta le storie di Manuela, Vito, Monica, Paolo, attraverso le lettere che scrivono alla loro maestra elementare Giovanna. Si tratta di 14 alunni e alunne che si affacciano alla prima media e si scontrano con le difficoltà tipiche della pre-adolescenza e con i limiti che una cultura permeata di stereotipi e pregiudizi pone ai loro sogni e alle loro ambizioni.
Seguirà, nel pomeriggio, una performance a cura dell’artista barese Giuseppe D’Asta che dipingerà dal vivo l’opera che rappresenterà la nuova immagine visiva del Centro antiviolenza dell’assessorato al Welfare, nonché l’opera stampata sulle shopper realizzate ad hoc per manifestazione.
L’edizione 2021 di Generare Culture Nonviolente comprende ulteriori iniziative di sensibilizzazione, laboratori educativi e percorsi di formazione rivolti a studenti e studentesse nonché a donne vittime di violenza. Il laboratorio “La bottega delle donne”, curato dal Centro antiviolenza ha coinvolto donne utenti del CAV che, sostenute da un’esperta d’arte, si sono impegnate nella progettazione e creazione di manufatti artigianali, prodotti “utili e futili” che saranno confezionati e accompagnati da un cartellino con i contatti utili del Cav. Il laboratorio è nato con l’intento di rafforzare la consapevolezza nelle donne di poter condividere una parte del loro percorso di fuoriuscita dalla violenza con altre donne nonché con l’obiettivo di contribuire al potenziamento dell’autostima e della fiducia in se stesse e nelle proprie risorse.
In questi giorni, inoltre, in diversi istituti scolastici baresi, si stanno tenendo i laboratori di educazione alle differenze di genere a partire dalla presentazione del libro “Non fare la femminuccia” volto a destrutturare gli stereotipi con i ragazzi e le ragazze delle classi prime medie mentre alle studentesse e agli studenti dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” è stata rivolta la lezione aperta “I segni e i linguaggi della violenza di genere all’interno delle relazioni intime” nell’ambito del corso di Psicologia Forense e della Testimonianza tenuto dalla professoressa Antonietta Curci, CdS magistrale in Psicologia.
Sino al 28, infine, tantissime altre attività organizzate e promosse dalle organizzazioni aderenti alla rete di Generare Culture Nonviolente attraverseranno tutti i quartieri della città di Bari proponendo iniziative socio-culturali e di sensibilizzazione sui temi del contrasto alla violenza sulle donne e della valorizzazione delle differenze rivolte a bambini/e, adolescenti ed adulti.
Tra queste vi saranno laboratori, cineforum, rappresentazioni teatrali, incontri e workshop, word cafè, poetry reading; le attività saranno ospitate presso scuole, centri servizi per le famiglie, centri socioeducativi, associazioni, spazi sociali per leggere.
Il programma completo è disponibile sul sito www.comune.bari.it e sulla pagina Facebook Generare Culture Nonviolente.
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