Punto di partenza e fonte d’ispirazione per “Tanto vale divertirsi” è stato il campo di transito di Westerbork in Olanda, dove tra il 1942 e il 1943 si ritrovarono molti nomi di primo piano della scena culturale europea: Camilla Spira, Max Ehrlich, Kurt Gerron (reduce dal grande successo de “L’angelo azzurro” pochi anni prima), ma anche il pianista Willy Rosen o il duo swing “Jonny e Jones”, per citarne alcuni.
A Westerbork, tappa intermedia verso lo sterminio, c’era anche un teatro dove questi artisti continuarono ad esibirsi per allietare non solo il pubblico degli internati, ma soprattutto i loro carcerieri e aguzzini accomodati nelle prime file. Da questi artisti ci si aspettava che facessero ridere, che sciorinassero tutto il loro miglior repertorio: serviva ai gerarchi che godevano di spettacoli con il meglio che la scena teatrale avesse conosciuto fino ad allora; serviva agli artisti stessi, che così potevano ambire ad una speciale quanto momentanea immunità. In mezzo agli orrori della morte e alla barbarie umana, l’Arte riuscì dunque a farsi spazio per aiutare a sopravvivere, “per collegare il tempo dei morti con quello di chi verrà” o, semplicemente, per avere una chance in più. Un’ultima ancora.
Per il nuovo appuntamento de La Palestra, il Teatro Piccinni si aprirà a un allenamento collettivo per tenere viva la memoria storica della Shoah. L’intervento di artisti, giornalisti, intellettuali sarà l’occasione per ricordare un’importante pagina della storia del mondo, che non riguarda soltanto il popolo ebraico, ma l’intera umanità.
“La Memoria non solo riguarda il passato ma, per dirla con le parole di Calvino, “lo contiene come le linee d’una mano”, scritta negli spigoli della storia i cui segmenti sono fatti di graffi, seghettature, intagli, virgole – commenta Ines Pierucci -.
La stagione di prosa del Comune di Bari è ormai un progetto che ospita non solo la programmazione di spettacoli e importanti produzioni ma che si caratterizza sempre più per l’interdisciplinarità dell’offerta e la trasversalità del pubblico, affinché la cultura restituisca pienamente la capacità di leggere i segni dei tempi e di intravedere il probabile futuro mentre si fa presente.
Oggi è ancora più necessario ricordare la Shoah e valorizzare la Memoria quale atto di pace per sottolineare quanto la violenza sia sempre stata e rimarrà debole. La pace, invece, è radicale, occorre molta più forza per risolvere pacificamente questioni che ancora oggi mettono a rischio il diritto alla vita di milioni di persone”.
18 gennaio 2024 – matinèe/serale
Uno&Trio
Antonella Carone, Tony Marzolla, Loris Leoci
“Tanto Vale Divertirsi”
progetto, regia e interpretazione Antonella Carone, Tony Marzolla, Loris Leoci
drammaturgia Damiano Nirchio
“Un po’ per celia, un po’ per non morire!” diceva Ettore Petrolini citando Madama Butterfly. E non è proprio per esorcizzare la morte che l’uomo, o qualcuno più su, ha inventato la risata? E cosa c’è di meglio, allora, che cambiare una brutta tragedia, il famoso Amleto di Shakespeare, in una farsa che possa far morire… dal ridere? Tre strampalati attori comici ci proveranno disperatamente in una misteriosa corsa contro il tempo: vaudeville, teatro comico futurista, kabarett, avanspettacolo, rivista, umorismo yiddish sono mescolati in un gran pentolone con le parole del bardo inglese. Un surreale omaggio alla comicità del ‘900 e alla sua Storia: un’incessante gioiosa cavalcata tra frizzi, guizzi e lazzi in fuga da una tragedia che intanto rincorre, s’avvicina, non s’arrende e soprattutto non si rassegna alla sconfitta. Vuole riprendersi ciò che è suo. Sorge il dubbio che ci sia poco ormai da ridere. Eppure… “Non abbiamo più molto da perdere, mi sembra. Tanto vale… Divertirsi. No?”.
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