BARI – Su proposta della commissione consiliare Politiche educative e giovanili, Città universitaria, Politiche culturali e turistiche e Sport, nella seduta del 22 giugno, il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza l’ordine del giorno relativo alla proposta di adesione all’associazione culturale “Vie Francigene”.
Il riconoscimento delle vie Francigene del sud, approvato l’anno scorso dal Consiglio d’Europa, ha posto rimedio al lungo oblio che ha interessato la via cristiana di pellegrinaggio più importante e antica, quella che collega Roma a Gerusalemme. Un percorso antichissimo, di fondamentale importanza per la storia dell’Europa ma non solo.
“A Bari la via Francigena è testimoniata da un percorso che attraversa la città da sud lungo la costa e si addentra nei meandri della città vecchia lambendo i più importanti monumenti religiosi della città – commenta l’assessora alle Culture e al Turismo Ines Pierucci -. Sappiamo che strada Palazzo di città si chiamava Francigena, come risulta da un documento risalente al 1153, contenuto nel Codice Diplomatico Barese (vol. V, documento 106, p. 182 dal titolo “Bari. Ruga Francigena = Via Palazzo di Città”). Ma ciò che è ancor più straordinario è che sulla via Francigena continuiamo a camminare ogni giorno quando, oltre alle vie di Bari vecchia, attraversiamo il lungomare fino a passare nei pressi della Basilica di San Basilio, meta storica di pellegrinaggio che questa amministrazione si augura di poter candidare un giorno al riconoscimento di Patrimonio dell’UNESCO.
Per tutti questi motivi, nel solco tracciato dalla Regione Puglia con il grande lavoro per la ricostruzione di questo percorso nell’ambito del piano strategico regionale, con l’obiettivo della piena valorizzazione di un patrimonio culturale unico quale il Santo cammino, il Consiglio comunale di Bari ha approvato l’ordine del giorno per perfezionare gli aspetti burocratici necessari ad ufficializzare l’adesione all’associazione italiana delle vie Francigene. Un patrimonio materiale e immateriale dal valore inestimabile che suscita un interesse crescente in tutto il mondo e che abbiamo il dovere di valorizzare anche in chiave turistica, dedicandone la riscoperta alle future generazioni e a chi traccerà nuove strade. Perché, come diceva l’indimenticabile Alessandro Leogrande, l’identità non è fatta solo di radici, ma anche di ali. Non solo di passato, ma anche di futuro. Ripensare la propria identità non vuol dire solo voltarsi indietro, verso il già dato, ma soprattutto fissare lo sguardo avanti“.